lunedì 14 novembre 2016

Brodo di giuggiole

1.


Italia, fine anni '70. Al Dipartimento di Biologia di un'università qualsiasi, un professore ordinario, forte di aver maturato sufficienti contributi, decide di congedarsi dal suo ruolo e di andare in pensione piuttosto giovane (45 anni). Finalmente: ne aveva abbastanza di quel lavoro. Finalmente: poteva dedicarsi in modo esclusivo alla sua unica vera passione, la poesia. 

La città, dove viveva e lavorava da più di vent'anni, non faceva più al caso suo. Aveva bisogno di pace, tranquillità. Che nessuno lo disturbasse, era il suo primo obiettivo. Ne parlò con la moglie, di trasferirsi. Gli rise in faccia. «Io venire ad abitare in quel posto isolato dal mondo? Ma neanche morta». Dopo un mese di tentativi inutili, decise... decisero di separarsi. Le figlie, già grandi, sarebbero rimaste con lei: ci andasse da solo in quella casa sperduta tra boschi e cinghiali. 

Era contrariato, ma risoluto. Sarebbe andato da solo in quel casolare lontano dalla città, collegato a un piccolo borgo soltanto da una strada sterrata che non era curata da nessuno. La sera prima della partenza, ricevette una telefonata: erano i suoi ex colleghi di dipartimento che lo invitavano a una cena di saluto. Restio, voleva rifiutare, ma insistettero così tanto che andarono a prelevarlo sotto casa. Al tavolo, tra gli invitati, c'era anche la sua assistente, che aveva un debole nei suoi confronti; ma lui era sempre rimasto indifferente davanti ai suoi occhi dolci. Quella sera no.

Le parlò del suo progetto imminente. Lei lo ascoltava rapita, persuasa nel suo animo che se gli avesse fatto anche una vaga proposta lei avrebbe accettato. La proposta non fu affatto vaga: «Vorrebbe... vorresti venire a... vivere con me?». «Sì», l'assistente rispose. E andarono.

2 (?)


1 commento:

siu ha detto...

(2!) 3... 4... :-D