sabato 19 maggio 2018

Situazioni di consumo


«La produzione capitalistica è costretta – come tutti ben sanno – a liberarsi dei propri prodotti. Deve aver cura ch’essi siano venduti e consumati: in breve, liquidati. La liquidazione – cioè, la rovina dei propri prodotti – è lo scopo di questa produzione. Se tale scopo non viene raggiunto, se si accumula una gran quantità di prodotti non liquidati, la continuazione della produzione, e con essa il profitto, sono in pericolo. Per tal motivo, il compito di ogni industria è di assicurare e promuovere – se non addirittura di produrre – la richiesta e la “situazione di consumo” per i propri prodotti; ad esempio, il compito dell’industria delle bevande è di stimolare la nostra sete con la pubblicità, o persino di produrla. Ciò vale in linea generale – dunque anche per gli apparecchi di distruzione.
Ora, qual è la “situazione di consumo” per ciò che riguarda le armi?
La risposta è: la guerra. Solo le guerre offrono infatti l'occasione per un effettivo e massiccio consumo di armi. Perciò, per l'industria della guerra è naturale promuovere guerre o pericolo di guerra. Certo, da un punto di vista commerciale, non ha altra scelta da fare, e in un certo senso la fa innocentemente. Ma – innocente o colpevole che sia – non si può contestare che, oltre alle armi, essa produce sempre anche bisogno di armi e possibilità di usarle, dunque è sempre una doppia industria.
Ammetterete che è tremendo. Ma ancora più tremendo è il fatto che questa doppia industria sia anche una componente naturale, e d'importanza decisiva, dell'economia di pace. Ciò che vale per qualsiasi industria – che, una volta messa in moto, essa vuol continuare a esistere e ad allargarsi  vale anche per l'industria della distruzione. E dato che questa di fatto dà il pane a centinaia di migliaia di persone – e non soltanto il pane, ma anche casa, automobile e vacanze – può persino vantarsi di essere garante del benessere e della pace interna, persino pretendere di farsi rappresentante del sentimento di responsabilità sociale. Quanto spesso, in paesi altamente industrializzati, mi sono sentito dire: “Abolizione dell'industria degli armamenti? Ma che pensa mai? Questo non è solo alto tradimento, ma sabotaggio dell'economia! Sabotaggio della pace economica! Che persona poco sociale è lei! Alle centinaia di migliaia che lavorano nel campo degli armamenti, non ci pensa affatto? Non le interessa affatto ciò che, alla fin fine, sarà di loro?».

Günther Anders, I morti. Discorso sulle tre guerre mondiali, (1964), Linea d'Ombra Edizioni, Milano 1990





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