martedì 1 maggio 2018

Ti lancerò

Agenzia tradotta da cani, comunque si capiscono lo stesso alcune cose: il premier israeliano, con il sostegno di alcune diapositive, ha dichiarato pubblicamente che l'Iran, in barba (khomeyniana) agli accordi presi, aspira a possedere cinque ordigni nucleari, ma ancora non ce l'ha, per cui
«Trump, chi ha orecchie per intendere, intenda, ossia straccia pure l'accordo firmato, ripristina per intero le sanzioni, convinci le altre nazioni europee a fare altrettanto».
Traduzione libera del discorso di Netanyahu. Già. Perché, a mio avviso, il Mossad, se avesse veramente scoperto che l'Iran fosse a un passo dall'avere l'atomica, non avrebbe fornito alcun dossier perché fosse sbandierato a fini di propaganda, bensì avrebbe agito bombardando i luoghi dove i missili sono stati bellamente fotografati, se quelle fotografie mostrate in televisione fossero un'esatta rappresentazione della realtà.

Parimenti, poniamo adesso che, nei prossimi giorni, il presidente o il primo ministro iraniano vada alla televisione di stato e faccia una dichiarazione opposta, e cioè dichiari, con alcune diapositive, che non è affatto vero che in Iran stiano costruendo bombe atomiche, e perciò stesso inviti nuovamente ispettori e agenti internazionali a verificare la realtà dei fatti, compreso l'uso esclusivamente civile del nucleare.

Bene. Su quali basi dovremmo credere più a un contendente anziché all'altro? Perché in Israele c'è un regime di democrazia liberale e in Iran una democrazia controllata, in ultima istanza, da autorità religiose? Prendiamo a esempio il recente bombardamento di USA, GB e Francia in Siria. Dove cazzo erano le armi chimiche? Non c'erano. Eppur Macron, prima del bombardamento, era andato in tv a dire che - giurin giurello - c'erano eccome. 

§§§

Non ho visto Renzi e quello che ha detto l'ho letto solo nei titoli di testa e di coda delle testate e delle codate online. Come prevedibile, ha fatto incazzare diversa gente e fatto godere Orfini (pugnetta di mancino). E giù discussioni, commenti a dire che così non si fa, che doveva stare zitto, che non è più segretario, che non si doveva permettere di scavalcare Martina... tutto vero. Eppure, in origine, il problema è un altro. Se Renzi si fosse limitato a esprimere quei concetti in una sua, consueta, enews, rilanciata poi via Twitter e Facebook, ci sarebbero state meno polemiche. Con ciò intendo dire che, ancora, la televisione è un medium che amplifica il vociferare politico in misura maggiore dei social network. E per ciò, più che dare addosso a Renzi - che non ha fatto altro che ribadire quel che è: un tapino politico - occorre dare addosso a Fabio Fazio, conduttore televisivo, il quale per avere un punto in più di ascolti per la sua trasmissione loffia, ha preferito intervistare Renzi e chissà con quali domande e quale contraddittorio, senza soprattutto - come giustamente ha rilevato Giglioli - fargli notare che il mantra «hanno vinto gli altri, ora governino se saranno capaci di farlo» è una impostura politica, giacché con un sistema elettorale proporzionale, se nessun partito prende il 51%, nessuno ha vinto. Di più: è  proprio la porcata bis del Rosatellum a determinare lo stallo, giacché se non ci fosse stato l'artifizio delle coalizioni-cartello elettorale, un nuovo governo, probabilmente, sarebbe già nel pieno delle sue funzioni.

Nessun commento: