domenica 27 ottobre 2024
Le foglie morte non sono
venerdì 18 ottobre 2024
Lascia che viva questa creatura
Lascia che viva questa creatura;
Lascia che viva senza paura,
sicura di andare nel mondo
scegliendo da sola le cose da fare
senza il tormento dell’imparare,
senza l’assillo di dover lavorare
per quei quattro soldi
che sono il sigillo della schiavitù...
Lascia che viva questa creatura.
Lascia che viva una nuova avventura
che abbia cura per l’anima umana
che libera cerchi sé stessa
nello spazio di vita concesso
tra nascita e morte diventi cosciente
di essere un punto di luce divina
che brilla negli occhi
di chi l’ha creata
come gli occhi di mamma
per la propria creatura
che lascia andare nel mondo
più pura...
Lascia che viva questa creatura...
domenica 22 settembre 2024
Pievescola
martedì 10 settembre 2024
Il denaro unica merce che non muore
« Esiste oggi nell’ordinamento sociale qualcosa di innaturale al massimo grado e cioè che, semplicemente per il fatto di possederlo, il denaro aumenta. Lo si mette in banca e se ne ricavano interessi. Questo è il fatto più innaturale che possa esistere. In realtà è semplicemente un assurdo. Non si fa nulla; si mette in banca il denaro che si ha, che forse non ci si è nemmeno procurato col lavoro, ma che si è ereditato, e se ne ricavano interessi. È un assoluto nonsenso. Però sorgerà la necessità, quando il procacciamento dei mezzi di sussistenza sarà separato dal lavoro, che il denaro venga impiegato, se esiste e se viene prodotto come equivalente di merci che esistono. Esso deve essere utilizzato, deve circolare. Si avrà allora l’effetto reale che il denaro non aumenterà, ma diminuirà. Se al giorno d’oggi uno possiede un certo capitale, in circa quattordici anni e ad un interesse normale, avrà quasi il doppio; egli non avrà fatto nulla, avrà solo aspettato. Immaginando la modifica della struttura sociale che avverrebbe con l’applicazione del principio da me esposto, il denaro non aumenterà ma diminuirà, e dopo un certo numero di anni la banconota che mi sarò procurata prima di quegli anni non avrà più valore; sarà svalutata, cesserà di avere un valore.
Così nella struttura sociale diverrà naturale un certo movimento, sorgeranno condizioni a seguito delle quali il semplice denaro, in fondo null’altro che un documento, un assegno che dà un certo potere sulla forza di lavoro degli uomini, si svaluterà se non verrà messo in circolazione. Quindi non aumenterà, ma diminuirà progressivamente e dopo quattordici anni, o forse dopo un periodo un po’ più lungo, sarà assolutamente uguale a zero. Se uno oggi è milionario, non avrà raddoppiato il suo avere, ma sarà un povero diavolo, se nel frattempo non avrà guadagnato nulla.
Se oggi si dice questo, a volte se ne riceve ancora l’impressione come se ci si sentisse prudere a causa di qualche animaletto, se mi è consentito il paragone. Non avrei usato il paragone, se non avessi percepito uno strano movimento in sala. Ma dato che oggi la situazione è tale per cui la cosa fa impressione come quando ci si sente prudere a causa di qualche animaletto, per questo vi è il bolscevismo. Si cerchino soltanto i giusti motivi; si vedrà che sono qui. Né si elimina dal mondo quel che si sta formando, se non si comprende veramente la verità. Non giova che la verità sia spiacevole. Sarà compito essenziale dell’educazione dell’umanità del presente e del prossimo avvenire far sì che non si creda più che le verità possano muoversi secondo il parere soggettivo, secondo simpatie o antipatie. La scienza dello spirito può già provvedervi se viene compresa con sano raziocinio, perché la cosa si può anche osservare spiritualmente. Col vago modo di dire che ho già udito anche da antroposofi i quali, prendendo in mano denaro, dicono: “Questo è Arimane”, con questo modo di dire non si raggiunge nulla. Oggi denaro significa un equivalente per merce e forza lavoro. È un buono per qualcosa che avviene. Se si passa dalla mera astrazione alla realtà, se si pensa, avendo per esempio dieci banconote e facendo un pagamento, che con tali banconote si passa da una mano a un’altra l’equivalente del lavoro di un certo numero di persone, che nelle banconote sta il potere di costringere al lavoro un certo numero di persone, soltanto allora si è nella vita. Allora si è nella vita con tutte le sue implicazioni e i suoi impulsi, allora non ci si fermerà più all’astrazione, all’astrazione distratta del pagare col denaro, ma si chiederà che cosa significhi il passaggio da una mano all’altra di dieci banconote che chiamano al lavoro un certo numero di persone provviste di pensiero, sentimento e cuore. Che cosa significa questo?
In ultima analisi si ha la risposta a questa domanda soltanto osservando il fenomeno spiritualmente. Prendiamo il caso più estremo. Supponiamo che qualcuno abbia denaro senza darsi troppo da fare per l’umanità. Esistono casi del genere. Voglio esaminarne appunto uno così. Dunque qualcuno, senza darsi troppo da fare per l’umanità, ha del denaro. Col denaro egli si compera qualcosa. Ha altresì la possibilità di organizzarsi una vita molto piacevole per il fatto di avere del denaro che rappresenta un buono per il lavoro umano. Bene! Non è necessario che costui sia cattivo; può essere un uomo buonissimo, perfino pieno di zelo. Sì, spesso non si comprende la struttura sociale. Non si ha interesse per il prossimo, vale a dire per la struttura sociale. Si crede certamente di amare gli uomini se col denaro ereditato, per esempio, ci si compera qualcosa o magari lo si regala. Anche se lo si regala non si fa altro che far lavorare un certo numero di persone per chi riceve il denaro. Il denaro è solo un mezzo di potere. Per il fatto di essere un buono per forza lavoro, esso è un mezzo di potere ».
Rudolf Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi, O.O. 186, 1918, Editrice Antroposofica Milano. pagg. 47-49
sabato 31 agosto 2024
Una delle prime esigenze
« Coloro che sono semplicemente pii, anche nella scienza spirituale, sono responsabili dei disastri del tempo presente tanto quanto i capitalisti con il loro atteggiamento e la loro mentalità materialista; sono colpevoli quanto i capitalisti, perché confinano le verità spirituali e scientifiche entro i loro limiti astratti e non sono disposti a impregnare la realtà quotidiana con pensieri penetranti.
Questo fatto mi ha portato più volte a dirvi che il movimento spirituale antroposofico non deve essere visto come qualcosa che vi dà la possibilità di ascoltare le prediche della domenica pomeriggio, che accarezzano l'anima perché parlano di vita eterna, eccetera, ma il movimento antroposofico deve essere visto come un percorso che ci permette di affrontare i problemi moderni della vita, i problemi scottanti del presente, in modo reale e concreto. Una delle prime esigenze è questa: capire da dove dobbiamo partire e che tutto sarà inutile se le persone non avranno accesso a un modo di pensare veramente senza pregiudizi».
Rudolf Steiner, O.O. 188, Scienza dell'uomo e scienza sociale, Dornach, 1 febbraio 1919
sabato 3 agosto 2024
Atmosfere spirituali
domenica 21 luglio 2024
Venite in disparte
sabato 13 luglio 2024
Era luglio
mercoledì 19 giugno 2024
E la chiamano Sabbia
sabato 15 giugno 2024
Finalmente luce
sabato 8 giugno 2024
Domande maggiorenni
domenica 26 maggio 2024
A cena in Emmaus
domenica 19 maggio 2024
Pentecoste
il coraggio di essere sé
quando tutti dicono che
tu non devi essere te
ma soltanto un essere che
nasce vive e poi muore
con un niente dapprima
con un niente dipoi
nell’insignificanza gettato
dalle leggi del caso.
E per un tempo ci credi
a queste novelle fedi
dei tempi moderni
agli inferni dell’aldiqua
dato che l’aldilà è stato
annullato dal pensiero riflesso
che comprime sé stesso
in un ammasso di neuroni.
Quando una mattina di maggio,
tra nuvole basse
che accarezzano i monti,
filtra un unico raggio
spettacolare, un raggio
particolare che illumina
l’intorno e nell’interno vedi
una parte di te proiettata nel tempo,
il tuo cuore si allarga,
la tua mente si accende
e le gambe si mettono in moto
saltando per dodici volte
sulle stelle dello Zodiaco
imitando i passi degli Angeli
e hai il presagio che la vita mortale sia
“simile a quella che nel cielo s’indìa”.*
sabato 27 aprile 2024
La bella tagika
giovedì 25 aprile 2024
Matteo 23 per il 25
Matteo 23
1 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 2 «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. 4 Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. 14 15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18 E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19 Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20 Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38 Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! 39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
lunedì 22 aprile 2024
Brevi premesse ritenute necessarie
« Prima di dettagliare il mio pensiero sul problema dell’emissione monetaria, è necessario che io faccia delle premesse relative alla visione della Vita sottostante a tale concezione.
Io considero che la Terra potrebbe contenere numerose volte il numero degli attuali abitanti.
Ciò che manca non sono le risorse materiali, ma dipende dall’inadeguatezza culturale con cui esse sono gestite ed usate dagli Esseri Umani.
Tale inadeguatezza deriva dal fatto che gli Esseri Umani provengono da condizioni di schiavitù e sottomissione da cui nei secoli hanno cercato lentamente di liberarsi, anche attraverso la Scienza e la Tecnologia che oggi hanno reso prive di fondamento le giustificazioni della insufficienza delle risorse. (Malthusianesimo).
L’assorbimento delle energie nella sfera materiale ha reso lento il progresso verso la crescita culturale delle Coscienze.
Oggi con il diffuso benessere di alcune parti del Mondo, alcuni individui cominciano a rendersi conto che la soluzione dei problemi non vada più cercata nella sfera delle risorse materiali, ma nel campo delle Idee, con un necessario cambiamento della mentalità, acquisita nella dolorosa lotta per la vita, verso una visione del Mondo in cui l’altro non sia più visto come un concorrente, un avversario, un nemico da abbattere, un pericolo da combattere, ma invece come una risorsa positiva da cui potrà trarre beneficio l’intero Genere Umano.
Siamo appena all’inizio di tale rivoluzione culturale, ma l’intelligenza acquisita nel periodo della lotta per la sopravvivenza, presto farà pervenire molti a conclusioni diverse da quelle del passato che hanno portato a guerre disastrose, che hanno generato ogni genere di mostruosità.
Gradualmente le Coscienze si vanno risvegliando e cominciano a sentire il bisogno di valori immateriali, come i soli che possano placare il dolore che emerge dall’anima anelante ad una felicità intravista e non ancora conquistata.
Siamo arrivati a capire che la felicità non potrà mai derivare dalla capacità di Odio, ma dal suo contrario cioè dalla capacità di Amore.
Ci avviamo sulla strada di vedere in ogni Essere Umano, anche il più diverso, un Fratello che ha in sé un’anima come la nostra.
Gradualmente il nostro sforzo ed il nostro impegno non sarà limitato alla soluzione dei problemi immediati ma cercherà di allargare la visuale verso la ricerca del senso delle cose, del senso della Vita.
Con tale atteggiamento saremo sempre più aperti a concezioni come quelle che vanno sotto il nome di Antropocrazia che vogliono modificare radicalmente gli assetti sociali, perché gli Esseri Umani abbiano sempre più tempo per la crescita interiore e non soltanto per la mera sopravvivenza.
Occorre passare dall’analisi dei Mali e dalle semplici lamentele ad una progettualità capace di porvi rimedio, prima sul piano ideale e poi su quello pratico.
Gli Esseri che sono stati capaci di creare le meraviglie della moderna tecnologia, saranno anche capaci di creare le condizioni perché si possa goderne a pieno i vantaggi ».
Nicolò Giuseppe Bellia, Tarquinia, 5 giugno 2005
giovedì 11 aprile 2024
Pasqua
Ditemi in cosa differisce
questa sera dalle altre sere?
In cosa, ditemi, differisce
questa pasqua dalle altre pasque?
Accendi il lume, spalanca la porta
che il pellegrino possa entrare,
gentile o ebreo:
sotto i cenci si cela forse il profeta.
Entri e sieda con noi,
ascolti, beva, canti e faccia pasqua.
Consumi il pane dell’afflizione,
agnello, malta dolce ed erba amara.
Questa è la sera delle differenze,
in cui s’appoggia il gomito alla mensa
perché il vietato diventa prescritto
così che il male si traduca in bene.
Passeremo la notte a raccontare
lontani eventi pieni di meraviglia,
e per il molto vino
i monti cozzeranno come becchi.
Questa sera si scambiano domande
il saggio, l'empio, l'ingenuo e l'infante,
E il tempo capovolge il suo corso,
l'oggi refluo nel ieri,
come un fiume assiepato sulla foce.
Di noi ciascuno è stato schiavo in Egitto,
ha intriso di sudore paglia e argilla
ed ha varcato il mare a piede asciutto:
anche tu, straniero.
Quest’anno in paura e vergogna,
l’anno venturo in virtù e giustizia.
9 aprile 1982
Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti
lunedì 1 aprile 2024
Tocca a noi dirlo
«...Per quanto mi riguarda voglio dirvelo in un modo assolutamente chiaro: non sto facendo questioni di lana caprina per le quali noi ci tiriamo via dal mondo di oggi e per questi tre o quattro giorni andiamo in brodo di giuggiole sul vangelo di Giovanni dimenticando il mondo! No! Qui o noi andiamo alle radici del dolore che c’è nel nostro mondo e ci facciamo veramente dei pensieri sul modo di non rendere più necessari questo dolore e queste guerre, oppure andiamo a casa. Non mi interessa venire dalla Germania per fare teorie, proprio non mi interessa, ho abbastanza da fare!
Quello che facciamo qui è la cosa più necessaria, più impellente, più urgente che ci sia per alleviare, per lenire la sofferenza enorme che c’è nel mondo: le guerre che hanno tutte la loro origine nel materialismo. Non nell’egoismo, perché dire che il problema è l’egoismo è solo un moraleggiare! L’egoismo lo deve avere ognuno, l’egoismo è il sano amore di sé: in quanto amore di sé l’egoismo va benissimo perché nessun uomo può dare qualcosa agli altri se non ama se stesso in modo da costruire in sé il meglio da dare. Il problema, la radice della disumanità e della sofferenza del mondo d’oggi non è l’egoismo, è il materialismo!
La guerra in Iraq che ha creato una recrudescenza del terrorismo, che ha creato una disumanità tale che ogni volta che prendiamo un aereo vediamo che ormai non ci possiamo neanche più muovere liberamente, il motivo più profondo di questa guerra è che qualcuno voleva il petrolio. È il materialismo, la radice! La cosa è lampante, e non è che io voglia adesso semplificare cose che sono complesse: abbiamo il diritto di andare ai fattori centrali. Non sto dicendo che non ci siano altri aspetti, però questo è un aspetto fondamentale. E se i politici, anche in Italia, non hanno il coraggio di dirlo in faccia al potente, al primo potente, tocca a noi dirlo, tocca a ogni individuo, perché se nessuno lo dice…
Farci una bella goduta del vangelo di Giovanni senza dirci queste cose sarebbe un tradimento dell’umanità. O facciamo queste cose perché appartengono proprio al nostro vivere con l’umanità di oggi, oppure lasciamole perdere.
La soglia a cui ci troviamo in questo vangelo è proprio la soglia dell’umanità di oggi: o riconquistiamo la realtà creatrice dello spirito oppure ognuno di noi getta l’umanità in un abisso di sofferenza sempre più terribile! Ma sono io a farlo, non gli altri!, se non coltivo lo spirito, se non godo lo spirito. L’umanità è fatta di individui, e i tempi in cui si manovravano gli individui per gruppi e per popoli sono finiti. Quando si ricade in questi anacronismi, succedono le tragedie del nazionalsocialismo, per fare soltanto un esempio, o del fascismo in Italia.
La cruna dell’ago dell’evoluzione in divenire è l’individuo. E se vogliamo un’umanità dove ci sono cento milioni di persone che godono e coltivano lo spirito, duecento milioni, questi milioni non saltano fuori insieme, saltano fuori uno alla volta, ognuno per creatività individuale. Oppure non ci saranno mai questi duecento milioni, e l’umanità non sarà mai migliore...»
Pietro Archiati, da "IL VANGELO DI GIOVANNI - 11"
Seminario sul Vangelo di Giovanni tenuto da Pietro Archiati a Rocca di Papa (RM) dal 25 al 28 Agosto 2006
domenica 31 marzo 2024
Nato nella casa del pane
venerdì 29 marzo 2024
Pensavo ai chiodi
venerdì 22 marzo 2024
Non sui tetti di Gaza
giovedì 21 marzo 2024
Primavera vanderleiana
lunedì 18 marzo 2024
Caccia i talenti
domenica 17 marzo 2024
Sicilia amore mio
martedì 12 marzo 2024
Il dominio in scadenza
Non ho capito (o faccio finta di non capire). Non è che m'importi granché capire, forse. Spero che il dominio gratuito ritorni in automatico (lucamassaro.blogspot.com) altrimenti pace. E bene.
È che io non ho mai comprato workspace, ho sempre pagato un dieci dollari annui per l'alterlucas e ora non ho più voglia di continuare a pagarli.
Ah, comunque ho fatto il backup.
giovedì 7 marzo 2024
Sette marzo, mattina
martedì 20 febbraio 2024
Una faccia nuova
sabato 17 febbraio 2024
Un caffè ristretto
domenica 4 febbraio 2024
Per sentito dire
martedì 30 gennaio 2024
La finocchiona
«Firenze è molto bella e vorrei che tornasse ai cittadini e non fosse solo schiacciata dal turismo. Purtroppo questa città negli ultimi otto anni si è molto alienata dalle sue origini», ha dichiarato Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell'Accademia.
In un socialmedia, a un'amica, che ha lasciato un commento alla notizia de La Nazione, ho chiesto se la schiacciata fosse con la panna oppure con la finocchiona.
Lei ha risposto: «Con la Finocchiona!».
È stata segnalata.
domenica 28 gennaio 2024
Eppur mi son scordato di te
sabato 27 gennaio 2024
Eppure il vento il soffia ancora
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Giorno della Memoria, in un paragrafo del suo discorso ufficiale, ha detto:
«Eppure le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa».
Beh, secondo me questo è vero per tutti i virus prodotti dall'uomo, covidde compreso.
venerdì 26 gennaio 2024
Come si sente fame e sete
domenica 21 gennaio 2024
Una mela che ammuffisce e secca
«Mai come oggi il problema del senso dell'esistenza si sposa al senso di tutta la comunità umana, cioè al senso della vita di tutti gli uomini. Il problema non è che io realizzi me stesso: io non mi realizzerò mai degnamente se non in una continua osmosi con la comunità, e non più solo con la comunità di sangue, perché dal sangue si genera odio, ma con la comunità universale, cioè con tutti gli uomini, indipendentemente dal sangue. Le religioni sono frutto del sangue. Anche la religione cristiana, che nel suo intimo non è frutto del sangue, è divenuta per i non credenti, ma anche per molti credenti, una religione etnica che appartiene a una cultura e a una civiltà. Se c'è un popolo che dovrebbe sentirsi in colpa per il modo nel quale ha vissuto il cristianesimo è proprio il cosiddetto popolo cristiano. Non bastano i mea culpa di Sua Santità. In realtà ogni cristiano che si dica tale dovrebbe pronunciare un mea culpa, ma non certo alla radio o alla televisione, ma nell'intimo della coscienza, cercando li quali siano i cambiamenti dell'agire e del pensare che ne scaturiscono. Non possiamo fare tutti come il Papa e andare in giro a dire: siamo colpevoli. Se la comunità ammette che le parole e i gesti di questo rappresentante simbolico - ultimo segno di un'umanità ancora gregaria, che ha bisogno di vedere un essere con la tiara, con i paramenti, con gli anelli, con tutto quello che è simbolico dell'io - siano sensati, non li deve ripetere scimmiescamente. Occorre riconoscere che la ripetizione di questi gesti da parte degli individui è quella che si chiama un'interiore conversione, cioè un cambiamento di comportamento. Se le società europee e gli individui in esse non saranno capaci di questo, il cristianesimo non sarà più rappresentato dagli europei, inevitabilmente. Non cesserà, ma il cristianesimo europeo diventerà come una mela che ammuffisce e secca».
Giuseppe Leonelli Castiglione Chiavarese, Novembre 2001
sabato 20 gennaio 2024
Aut aut
«La grandissima rottura deve ancora venire, è una piccola rottura in virtù della quale o si cade nella gregarietà di comportamenti di massa ispirati dalla paura, da arcaiche leggi giacenti nelle profondità o si acquista una più matura coscienza dell'io, ovvero la consapevolezza che aver cura dei propri pensieri e dei propri sentimenti, non pensare con superficialità, non pensare odiando, tutto questo agisce nella realtà al di là dei mass media. I mass media sono divenuti gli interpreti della massificazione, della potenza con cui i simboli spingono le anime umane esattamente come le maree che si alzano e si abbassano. Gli individui coscienti, all'interno di questa situazione, non possono non percepire la responsabilità che avranno, sempre più, delle cose che pensano e che sentono. Non si può più andare per strada e guardare, ad esempio, un immigrato senza percepire che dal modo in cui lo guardi tu trasmetti diffidenza, odio, sospetto oppure rispetto, attesa. Ognuno è in qualche modo chiamato a una maggiore responsabilità riguardo alla propria vita interiore. Questo processo nel suo insieme indica che la vita umana acquisisce senso proprio perché va al di là dell'orizzonte animale e che il grande tema della biografia non è semplicemente il tema della propria personale esistenza, perché essa è indissolubilmente legata all'esistenza della comunità, mai come oggi il legame tra l'individuo e la comunità si è fatto forte e percepibile nelle due direzioni, quella del subire passivamente la propria gregarietà o quella del proporre coscientemente pensieri e sentimenti che correggano delicatamente ma fermamente l'evoluzione dei tempi, cioè la vita stessa della comunità. L'uomo è oggi ancora una volta davanti all'enorme problema di comprendere che egli può parlare di una biografia solo se individua il senso della propria esistenza».
Giuseppe Leonelli, Castiglione Chiavarese, Novembre 2001