Il Comune [di Verona] non ha concesso il teatro romano [l'Arena] motivando il rifiuto con l'argomento che Morgan aveva confessato di avere usato la cocaina. Se l’avesse usata riservatamente, ha detto il sindaco, nessuno avrebbe avanzato riserve. E il presidente leghista della giunta regionale Zaia s’è spinto a dire che il veto a Morgan varrà in tutto il Veneto.
Certo: ci sono locali privati che potrebbero invitare Morgan a suonare. Ma chi dà a proprietari e gestori di questi locali la garanzia che invitare Morgan non complichi le loro relazioni con le amministrazioni locali? Per [il] sindaco di Verona [...] la colpa grave di Morgan «è stata proprio dichiararlo pubblicamente… Se uno sniffa cocaina in privato non è un problema che ci riguarda, ma se lo dichiara, dando pubblicità al fatto, è decisamente una cosa diversa e noi non ci stiamo a veicolare questo tipo di messaggi».
Estrapolo quanto sopra riportato da Federica per constatare che mentre per l'opinione pubblica è moralmente riprovevole considerare chi fa uso di sostanze stupefacenti, invece è eticamente sostenibile avere come amministratore del proprio comune, della propria provincia, della propria regione e finanche del proprio governo nazionale, chi fa sovente uso di linguaggio e di metodo razzista, antiunitario, separatista e, a volte, persino sovversivo. Tutto ciò è consentito poiché a un certo punto della nostra storia repubblicana non è ritenuto più socialmente pericoloso essere “razzisti”, “separatisti”, di fatto “sovversivi” dato che tutto è stato ricondotto nel partito di lotta e di governo della Lega Nord, il quale interpreta e sintetizza “sentimenti” veri della popolazione e che governa e legifera – non stanchiamoci mai di ripeterlo – da oltre vent'anni nelle amministrazioni locali e che è per la terza volta alla guida del governo nazionale per un totale di 8/9 anni pieni di potere.
Mi sento quindi autorizzato a riscrivere l'affermazione del sindaco di Verona come se lo fossi io per un immaginario momento: se uno è razzista e squadrista in privato non è un problema che ci riguarda; ma se lo dichiara pubblicamente e, anzi, con tali argomenti ci costruisce un partito dando pubblicità al razzismo, allo squadrismo e alla secessione allora è illegittimo che egli abbia uno spazio pubblico per sostenere le sue tesi invereconde e che abbia dipoi la possibilità di partecipare alle elezioni. A certi partiti xenofobi dovrebbe essere impedito di poter accedere alla gestione della cosa pubblica se essi sono ispirati da principi che cozzano contro la Costituzione del Paese. Le democrazia, per essere un regime che rispetta autenticamente i diritti fondamentali dell'umanità, deve premunirsi contro i parassiti del sistema. In fondo anche il nazionalsocialismo andò al potere mediante libere elezioni. Adesso però vallo a dire ai tedeschi se farebbero partecipare al voto un partito come quello che permise a Hitler di impossessarsi del Potere. Ma aspettate un attimo, c'è qualcosa che non torna: anch'io appartengo a un partito che è, di fatto, xenofobo, razzista e secessionista. Eppure noi siamo qui, bellamente autorizzati (perché legittimati dal voto popolare) a governare fingendo di essere sempre all'opposizione e contro il sistema, per far credere che siamo onesti, puliti, integri e ben pettinati, noi fieri uomini padanici. Però un po' diversi in fondo lo siamo: ci manca il baffetto e al posto del riporto ci pettiniamo i capelli all'indietro e li impomatiamo con la gelatina.
1 commento:
hai chiamato i fatti (e gli uomini in camicia verde) con il loro nome: merda razzista
si sentono forti del consenso popolare oceanico che hanno da queste parti
intanto il degrado morale (vedi trota, vedi miss padania, vedi bustarelle e contatti con la mafia) è sotto gli occhi di tutti, ma che importa?
quel che conta è salvare le apparenze
(che schifo)
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