Il mattino seguente, a Ginevra, l'incaricato della banca lo attendeva al binario: un incontro organizzato dall'ambasciatore svizzero a Praga che, a quei tempi, era «amico di tutti».
Utz seguì l'assurdo cappello tirolese del funzionario fino al gabinetto, dove questi gli consegnò una spessa busta marroncina con un mazzo di franchi svizzeri e i facsimile dei suoi certificati azionari.
Gli restavano due ore da trascorrere prima che il treno partisse per Lione - e Vichy. Non gli venne in mente nessun altro posto dove andare; lasciò la valigia al deposito bagagli e andò a far colazione in un caffè di fronte alla stazione. Ma il caffè era troppo lungo, i croissants stantii e la marmellata di ciliegie sapeva di conservante chimico.
Diede un'occhiata agli altri tavoli. La sala era gremita di uomini d'affari che affondavano il naso nelle pagine finanziarie dei quotidiani prima di andare al lavoro.
«No» si disse. «Tutto questo non mi piace».
Bruce Chatwin, Utz, Adelphi, Milano 1989 (traduzione di Dario Mazzone)
No, non piace nemmeno a me. Domani si torna in Italia.
3 commenti:
Nessuno ha tanto bisogno di una vacanza quanto chi ne ha appena avuta una.
Elbert Hubbard
:)
Eh no, io me le sto godendo queste vacanze. Devo forse avere un complesso di colpa perché me le sto godendo?
Ti tengo in caldo un croissants lievitato naturalmente.
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