mercoledì 27 luglio 2011

Ancora sul P.C.I. (C come cattolico).

È proprio vero: per quanto ci si predisponga al meglio, non è possibile dirigere i sogni verso i propri desideri. Infatti, stanotte ho sognato Fanfani (il nipote) mentre leggeva la Commedia, anziché cose serie.

E quindi, a proposito di Fanfani (lo zio), di mattinata butto già ancora due o tre pensieri circa la ricostituzione di Partito Cattolico Italiano (P.C.I.), in riferimento al mio precedente post.

Giacché il comunismo non c'è più, io credo che l'unico collante che possa tenere unito, politicamente, il mondo cattolico sia la questione attinente al (per loro) temibile relativismo etico.

(A proposito: oh quanto farebbe gioco alla truppa cristianista e atea devota un bel terrorista relativista etico, magari anche omosessuale!).

Dalla scomparsa della DC, infatti, quando si è avuta l'unità cattolica?
1) Quando c'è stato da impedire la deliberazione di leggi liberali, sia di carattere bioetico (testamento biologico, procreazione assistita), sia di carattere attinente al diritto civile (matrimonio o unione tra persone dello stesso sesso, legge sull'omofobia).
2) Quando c'è stato da promuovere la deliberazione di leggi favorevoli al Vaticano (vedi tutti i finanziamenti alla Chiesa Cattolica da parte dello Stato).

Dunque, il Fronte Nazionale Cattolico sparso un po' ovunque in tutti i partiti dell'arco costituzionale, ha prodotto, per la Chiesa, ottimi risultati. 
Per questo io credo che la gerarchia cattolica (sotto sotto) non veda di buon occhio la rinascita di un nuovo Partito Cattolico (o Cristiano), dato che essa, da un punto di vista politico, ha ottenuto e ottiene  molto di più da questa diaspora dei cattolici, di quanto avrebbe ottenuto, e otterrebbe, se ci fosse stato e se ci sarà, in Parlamento, un unico punto di riferimento. 
La CEI (e la politica ruiniana) è tutto meno che stupida: sa benissimo che, pur essendo l'Italia un paese a maggioranza cattolica, le sue posizioni politiche sono viste e percepite come retrive e obsolete. Per questo è meglio che esse trovino voce in tutti i partiti presenti in Parlamento, anziché in uno solo. È in questo modo che si ottengono leggi favorevoli ai propri desiderata. E se tali leggi cozzano contro il sentimento degli italiani, pace. Tanto gli elettori hanno i referendum abrogativi a dispozione. E si sa che i referendum, molte volte, falliscono.

2 commenti:

Simone ha detto...

COncordo sul fatto che al vaticano faccio molto comodo la situazioen attuale (del resto la DC di De Gasperi rispetto al parlamento attuale verrebbe definita laicista credo)
pero' mi sa che il problema nonson i cattolici ma i laici....
Se hai sentito o letto le dichiarazioni di voto di Franceschini di ieri capisci bene con c´e´ nulla da fare.
La Chiesa fa il suo sporco (a mio modo di vedere) lavoro, chi non fa la sua parte sono gli altri!

Luca Massaro ha detto...

Già