sabato 14 maggio 2016

Provvisorio sovrastare




Chissà se da morti i cimiteri saranno belli come da vivi, soprattutto quando, a una certa ora del tardo pomeriggio, l'unico sopravvissuto sei tu, il resto sono solo nomi e croci.
È una strana impressione, paragonabile a quella che potrebbe avere un dio nel ritrovarsi a fianco di noi mortali, con la differenza che la nostra è una solitudine provvisoria, dato che, presto o tardi, il nostro sovrastare diventerà un comune sottostare. 
Però che bei colori il cielo, che luce, tutto molto metafisico. Sarà meglio chinarsi, toccare terra, strappare qualche filo d'erba a una tomba, osservarne le radici, casomai recassero messaggi dal sottosuolo.
E invece è il cielo che parla, un tuono lontano e la pioggia di due cose diverse, una delle quali resta sospesa come volasse con il deltaplano, ché non vuole posarsi finché caso lo imponga - è un caso essere qui e non sapere esattamente se avere voglia di esserci sia una cosa buona e giusta, o sia una cosa e basta tra le tante, fottuta età di mezzo, età del discrimine, del disincanto, della parola che non si accontenta.


1 commento:

Rachel ha detto...

Quest'età di mezzo io la trovo molto più rilassante rispetto alle mie età passate. Il tuo bel scrivere è di sicuro frutto dei tuoi anni. Goditela ché ancora ci si può chiamare "ragazzi".