sabato 7 maggio 2016

Ti darà della scema

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Gli imprevedibili rimbalzi della rete mi hanno portato a leggere il post su titolato e, leggendo, mi sono vergognato tanto per la figlia - così tanto che, non conoscendo l'autrice, mi auguro la figlia sia una finzione narrativa; d'altronde, per tenere una rubrica su Elle occorre mantenersi in esercizio a scrivere stronzate.

Sbaglierò, ma la mia impressione è che ben pochi maschi occidentali, col testosterone nella norma che pascolano mansueti nei campi dei socialmedia o nelle strade dello scazzo consumistico, si approccino alle femmine in cotal maniera, a colpi di troia, pompinara, puppami l'uccello, per intendersi. Ce ne potrà essere qualcuno che lo dirà, ma penso che costoro siano un'eccezione. Non sostengo che la violenza maschile nei confronti delle donne, soprattutto le donne di prossimità (in ispecie mogli, compagne, fidanzate e persino figlie) sia un fenomeno marginale, anzi. Tuttavia, se si fa una casistica, risulterà che la particolare forma sensuale delle labbra muliebri non è certo la causa della violenza sofferta, neanche di quella ‘soltanto’ psicologica.

In breve, la lettera della mamma alla figlia in questione è una lettera di merda (ipse dixit) e non credo sia da escludere che la figlia, una volta adulta, se avrà modo di leggere quello che la madre le ha dedicato, a lei si rivolgerà in questi termini:
- Mamma, te lo dico a fior di labbra: hai scritto davvero una massa di cazzate.

5 commenti:

giovanni ha detto...

Un po' troppa attenzione per gente che non lo merita.

Luca Massaro ha detto...

Non è colpa mia se un promettente sabato mattina di sole si è trasformato in un sabato pomeriggio di nuvole e pioggia... ;-)

Rachel ha detto...

Ci hai segnalato un post molto paraculo. La titolare del blog (paracula anch'essa)sa come acchiappare commenti,del consenso le importa davvero poco.

Luca Massaro ha detto...

Ormai è fatta. È che quasi sempre chi usa i figli come paravento per esprimere se stessi provoca in me reazioni immediate, soprattutto coloro i quali tengono a far loro la lezioncina di genitori che la sapevano lunga e non sapevano un cazzo. Essere genitori non è un mestiere, nemmeno una professione e i figli non sono un alibi della propria ossessione d'essere.

Marino Voglio ha detto...

volevo leggere il post per poi darti torto (non ti ho ancora perdonato "ilpassato") ma purtroppo non ci sono riuscito, troppe cazzate affardellate.

ma tanto c'hai torto uguale, nun te crede'.