mercoledì 11 gennaio 2017

Il messo (18)

«Il romanzo che ci interessa non è quello che colloca via via i personaggi nella situazione, ma quello che insedia la situazione nei personaggi. Per la qual cosa questi smettono di essere personaggi per diventare persone. Esiste come una estrapolazione mediante la quale essi balzano verso di noi, o noi verso di loro.»
Julio Cortázar, Rayuela 

Dopo aver offerto a tutti una tazza di karkadè («la più cristiana delle tisane»), il prete, con voce lieve, disse:
«Tutti voi avete narrato la vostra storia, una storia di peccatori, nel senso borgesiano del termine, giacché, come scrisse l'argentino nel celebre El remordimiento voi avete commesso il peggiore dei peccati che un uomo o una donna possano commettere: non essere stati felici. E proprio per questo vi propongo il seguente l’esercizio espiatorio: immaginare una vita diversa, azzerare la vostra provando a costruire ipotetici vissuti che, a vostro giudizio, avrebbero potuto rendervi felici. Al contempo, provate a immaginare come dovrebbe svolgersi la vostra vita adesso per considerarvi, appunto, felici, qui e ora, in questo preciso momento. Avrete a disposizione un’ora di tempo per scrivere, anche per sommi capi, ma scrivere (così eviterete di condizionarvi). Potrete scrivere di tutto, senza preclusioni: quello che immaginerete sarà la misura del vostro desiderio. Però tranquilli, tale compito non costituirà assolutamente una prova d’accusa, perché se, per esempio, riterrete che la vostra felicità deriverebbe dal semplice osservare l'infelicità altrui, questo non avvalorerà affatto l'ipotesi che le vostre male-dizioni avranno un potere predittivo. Nondimeno, se opterete per tale soluzione (cosa che non auspico) vi chiedo soltanto la cortesia, o meglio: la delicatezza di non fare nomi, di restare sul vago, di essere insomma allusivi e mai espliciti, soprattutto se l'interessato (interessata) che vi scandalizza così tanto è qui presente.

Questi sono i taccuini e queste sono le penne. Trovatevi - all'interno o fuori dei locali, sotto le logge - uno spazio libero dove riflettere e quindi scrivere comodamente. Siete pregati di non scambiare opinioni tra di voi. Non è un compito in classe, ma quasi. Tre ore sono più che sufficienti. Buoni pensieri».

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