Un pomeriggio assolato di fine marzo, H fotografò una siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Era bella, formosa e, tra i rami, lasciava trasparire i merli di un castello medievale sui quali si posavano sovente anche dei merli.
- A me non me la dài a bere.
- Certo che no. Non è potabile.
H proseguì. Poco più avanti alla siepe, vicino alla casa disabitata che gente di Roma, da brava gente di destra, abita durante le feste comandate, due splendidi arbusti di camelie invernali fiorite facevano a gara a farsi fotografare, come modelle sul palco di una sfilata.
- Tanto non compro niente.
- Certo che no. Non ho niente da vendere.
Passò una nuvola fiordilatte che reclamò uno scatto. H glielo concesse, rapido, prima che diventasse una caprese. E si ricordò dei buoni mensa gratis fornitigli dal diritto allo studio coi quali prendeva non di rado, a pranzo, una caprese che gli metteva acidità di stomaco che scontava durante l'ora di filosofia teoretica.
- «Perciò saranno tutte soltanto nomi le cose che i mortali hanno stabilito, persuasi che fossero vere».
- Ma io non ci credo.
H riprese a camminare facendo assorbire i passi da un morbido tappeto di timo in attesa della fioritura. Lo sguardo gli cadde sul cadavere di un piccolo batticoda ancora risparmiato dall'assalto della decomposizione. Esitò a fotografarlo, per rispetto del volo.
- Si potrebbe pensare che tu sia preso da una grande compassione cosmica.
- M'importa una sega.
Passò una macchina. Poi un'altra e un'altra ancora sulla strada bianca e una grande polvere si alzò. H per evitare, per quanto possibile, di respirarla, attraversò la fila dei cipressi e s'infilò nel fitto bosco di abeti, molti dei quali spezzati dall'ultima serie di raffiche di vento del nord. Per un attimo, gli sembrò di giocare a Shangai.
- «Non usare arco e freccia per uccidere una zanzara».
- Infatti, quando posso, come adesso, piscio all'aria aperta, per non tirare lo sciacquone.
E poi venne sera. Una sera legale, di quelle che faticavano ad avere inizio e non se ne vedeva la fine.
H rientrò e voleva scrivere una poesia, ma ultimamente gli uscivano fuori soltanto poesie d'amore. Così non la scrisse. Non aveva voglia di rimettere le lancette indietro.