giovedì 28 agosto 2008

Un segno (ovvero, io sto con Malvino)



Eppure basterebbe un gesto, una parola in senso contrario per riportare i propri passi nella giusta direzione.
Io credo che Cristo non approverebbe alcuna parola di ciò che il Papa, suo primo (si fa per dire) rappresentante in terra, dice.
Anche questa è un'occasione perduta, un modo per andare contro il Verbo.
Saranno piccolezze, lo so, saranno questioni collaterali. Eppure.
Eppure mi sembra che questa ri-sacralizzazione del Vangelo, questo rivestirlo d'identità, di appartenenza, di confini, di margini sia un andare contro l'autentico messaggio cristiano.
Io vorrei capire dov'è l'amore nelle parole del Papa, dove il disarmo unilaterale e incondizionato, dove la crocifissione, dove l'ignudarsi definitivo e il ritorno al Figlio dell'Uomo. Troppi, troppi paraventi, troppi interessi, troppe truppe da sfamare e dissetare, troppi che ancora chiedono un segno. Sembra d'essere a Siviglia, ai tempi del Grande Inquisitore.
M'ero illuso, nel corpo e nel volto di Giovanni Paolo II, nella sua sofferenza ostentata, mediatizzata, universalizzata, che la Chiesa fosse nella strada giusta.
Non è stato, non è così. Questo Papa, se avesse un esercito tipo quello russo, avrebbe già invaso il Trentino Alto-Adige, altro che discorsi.

N.B.
Ringrazio Malvino per la segnalazione e per la richiesta di un segno, il suo sì, un segno buono.

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