lunedì 10 dicembre 2012

Adulatori troppo bassi

«Chi ti dirà delle buone parole potrà essere soltanto un adulatore troppo basso per muovere fin lo schifo. Che cosa vorreste fare, o cani, che non amate né la pace né la guerra? Che l'una vi fa spavento e l'altra vi rende impertinenti? Colui che ripone fiducia in voi, là dove dovrebbe riconoscervi per leoni, vi riconosce all'incontro per delle lepri e dove ci vorrebbero delle volpi si ritrova delle oche. No, voi non siete più sicuri di quanto non lo sia un carbone acceso sul ghiaccio o un chicco di grandine esposto al sole. La vostra virtù consiste tutta nel rendere meritevole colui ch'è oppresso dalle sue stesse colpe e nel maledire alla giustizia che l'ha condannato. Chi merita di essere considerato grande, è come se meritasse, invece, il vostro odio; e i vostri affetti sono come l'appetito di un malato, che desidera soprattutto di mangiare quel che più accresce la sua malattia. Colui che dipende dai vostri favori è come se nuotasse con delle pinne di piombo o volesse segare delle querce con de' giunchi! Andate a farvi impiccare! Fidarmi di voi? Mutate d'opinione a ogni minuto e chiamate nobile colui che pur dianzi detestavate, per dar del vigliacco a chi era il vostro idolo. Per quale ragione andate ora gridando, in giro per la città, contro il nobile Senato che, per conto degli dèi, vi tiene a freno, voi, che altrimenti vi cibereste l'uno dell'altro?»

William Shakespeare, Coriolano, traduzione di Gabriele Baldini, Rizzoli (BUR), Milano 1986.

È sin troppo facile riconoscere, in questo brano shakespeariano, il ritratto di molta fauna berlusconiana.
Adulatori troppo bassi per muovere fin lo schifo.
Esagererò, ma io vi ravvedo una notevole convergenza coi repubblichini di Salò - e senza la scusante  di salvare l'onore della patria tradita dall'armistizio. Forse anche per questo sono fiducioso nel vederli destinati a fare la stessa fine, combattenti irriducibili di una causa fallace, che resistono perché oramai sono talmente compromessi con l'assurdo che riconoscerlo equivale a un harakiri - e figuriamoci se questa è gente capace di suicidio per lavare la vergogna. Purtuttavia, non mi preoccupa tanto il loro presente, quanto la loro futura memoria. Ci sarà un giorno in Parlamento un nuovo Violante che farà lo stesso discorso del cazzo di comprensione assolutoria? Io temo fortemente questo, giacché
«sarò un azionista, un giustizialista ma questo ecumenismo mi fa cadere in depressione, mi fa pensare che non saremo mai un paese normale, che saremo sempre un paese pretesco.» Giorgio Bocca.
Non so come andranno le elezioni, ovvero non so di quanto Berlusconi perderà: troppe le variabili, soprattutto se le mafie torneranno alle urne. Ma se putacaso Berlusconi avrà poco peso in Parlamento, non ci dovranno essere più scuse per mettere in atto tutti quei provvedimenti che impediscano il ripetersi del fenomeno.

Nessun commento: