lunedì 3 dicembre 2012

Due sogni

1.
Sto salendo le numerose rampe delle scale di un palazzo signorile di un centro cittadino, coi gradini in pietra serena e i pianerottoli spaziosissimi e luminosissimi arredatati da magnifici vasi di piante sempreverdi, quando, una rampa avanti a me, vedo un orso polare bianco che mi guarda e prende a salire di corsa, spaventato. Mi meraviglio del suo spavento, dato che, vedendolo, manifesto un timore quasi più spiccato del suo. Ma l'orso polare bianco non capisce e sale ancora più in fretta, come se temesse io potessi catturarlo. Così vedendolo proseguo la salita, incuriosito da simile, immotivato comportamento. In fondo, non ho con me alcuna arma di offesa, solo una vecchia edizione di un libro di poesie di Palazzeschi che devo riportare in biblioteca (ah, ecco: è la scalinata di una biblioteca comunale da me molto frequentata, un tempo). Siamo all'ultimo piano, le scale sono finite: a destra c'è una porta di vetro, ingresso della biblioteca. A sinistra una finestra enorme, chiusa. L'orso polare bianco compie un balzo verso la parete e, come se avesse delle ventose alle zampe, si arrampica sino al soffitto a cupola, al cui centro è appeso un grande lampadario con le luci spente. L'orso polare bianco si aggrappa al lampadario. Il lampadario comincia a oscillare con l'orso polare bianco che si tiene come su un trapezio. Non è possibile il lampadario possa sopportare tale peso. Intanto, dietro me, sento uno scalpitio frenetico di zampe: è mamma orsa polare bianca che corre in soccorso del figlio. Con due salti raggiunge la vetta del lampadario e porge una zampa all'orso polare bianco impaurito. Il lampadario cede e si sfracella sull'ultimo pianerottolo. Mamma orsa polare e il figlio, illesi, entrano in Biblioteca e chiedono in prestito L'infanzia di Gesù.

2.
Un amico che non vedo da tempo mi viene a trovare a casa. Non me l'aspettavo, erano anni che non lo vedevo. Pare abbia qualcosa di molto importante da comunicarmi. Mi dice che si è separato, lo sapevo, rispondo. Ma se mi sono separato ieri, mi dice. Forse mi sbaglio, gli rispondo, anche se ero convinto che qualcuno mi avesse detto che si fosse separato. Mah. Do poca retta alle chiacchere. Tuttavia, il mio amico non vuole parlare della separazione, né essere consolato al proposito. Vuole farmi vedere un foglio che riguarda la moglie, sembra un certificato medico. Me lo porge e mi dice di leggere. Io leggo e sul certificato (in effetti è un certificato ginecologico) c'è scritto che la moglie subirà un intervento ai genitali per aumentare la capacità di godimento orgasmico. Rileggo due volte: c'è scritto proprio così. Ma come sta la faccenda, mormoro all'amico, non era che la donna... ? Sì, la donna ha più possibilità di godimento dell'uomo ma pare ci sia una tecnica chirurgica che - non so come - riesce ad amplificare ulteriormente tale potenziale orgasmico. E allora, dico all'amico, perché mi fai vedere questo? Lui mi risponde che gli dà fastidio che la moglie gli abbia mostrato tale esigenza dopo la separazione, anche perché a letto, con lui, era sempre piuttosto freddina. Questa cosa lo contraria e deprime, vorrebbe reagire, replicare alla moglie, ma non sa come. Mi chiede un consiglio. Io gli dico semplicemente che dovrebbe rispondere alla moglie che, se tale tecnica chirurgica di ampliamento della capacità orgasmica ci fosse anche per gli uomini, beh, si farebbe operare pure lui, e subito. Gli vedo illuminarsi gli occhi. Sorride. Grazie, sei un amico, mi dice, e se ne va.

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