lunedì 16 giugno 2014

Quel che veramente è la vita

[Un pub di Dublino, centodieci anni fa]

Bloom seguitava a parlare e parlare con John Wyse ed era tutto eccitato, con quel muso color canchescappa e gli occhi color prugna che giravano da tutte le parti.
Persecuzione, dice lui, tutta la storia universale ne è piena. Si perpetua l'odio nazionale tra le nazioni.
Ma lei sa cosa significa una nazione? dice John Wyse.
Sì, dice Bloom.
Cos'è? dice John Wyse.
Una nazione? dice Bloom. Una nazione è la stessa gente che vive nello stesso posto.
Perdio, allora, dice Ned, ridendo, se la cosa sta così sono una nazione anch'io perché è da cinque anni che vivo nello stesso posto.
Così per forza tutti gli risero dietro, a Bloom, e lui dice cercando di uscirne in qualche modo:
O anche che vive in posti diversi.
[…]
Anch'io poi appartengo a una razza che è odiata e perseguitata, dice Bloom. Anche adesso. Proprio in questo momento. Proprio in questo istante.
Perdiana, per poco non si bruciava le dita con la cicca di quel sigarone.
Derubati, dice. Spogliati. Insultati. Perseguitati. Ci vien tolto quel che ci appartiene di diritto. In questo stesso momento, dice Bloom, alzando il pugno, ci vendono all'asta nel Marocco come schiavi o bestie.
Sta parlando della nuova Gerusalemme? dice il cittadino.
Sto parlando dell'ingiustizia, dice Bloom.
Giusto, dice John Wyse. Ma allora opponetevi con la forza, da uomini.
[…]
Ma non val la pena, dice. La forza, l'odio, la storia, tutto. Non è vita questa per degli uomini e delle donne, odio e insulti. E tutti sanno che è precisamente il contrario di quel che veramente è la vita.
Cosa? dice Alf.
L'amore, dice Bloom. Voglio dire il contrario dell'odio.


James Joyce, Ulisse, edizione Meridiani Mondadori, (Dodicesimo episodio, Il Ciclope - La taverna, pag. 453-455)





2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

hai scelto un bel brano

giovanni ha detto...

Ma quando lo farai, quando sarai stanco d'essere il capro espiatorio, ti chiameranno con lo stesso nome del tuo ultimo carnefice. Ti saranno attribuite le stesse nefandezze anche se non le avrai commesse, soprattutto se non le avrai commesse. Non ti perdoneranno mai d'esserti sottratto al tuo ruolo, quello che impersonavi così bene da millenni.