domenica 22 giugno 2014

Sapersi per sapere

[*]
A Romeo, meditando intorno al suo bel post

Almeno potessi essere arrabbiato, irato, carico di hybris - e invece tutto dentro, tutto dentro, mi stempero con un sorriso che sfuma l'eventuale rabbia, come mezzo bicchiere di vino bianco aggiunto per non far bruciare la cipolla.
Attendo di evaporare, tanto è caldo, è il solstizio d'estate, la temperatura giusta per fare presto, disperdermi e ritornare in circolo, andare in automatico, senza continuamente chiamare in causa la volizione.
Il prendere decisioni mi ha sempre atterrito, volevo dire atterrato, Prometeo incatenato all'incertezza, controesempio fattuale dei circoli esistenziali parigini dove una donna, una casa, una lambretta si smaterializzano quotidianamente come cenere delle Gauloise, avessi almeno rubato il fuoco di un accendino, potrei capirli, gli dèi.

Era meglio nascere borghesi con un bel conto in banca e poche rotture di coglioni dal lato materiale. Il proletario, che è appeso al proprio stipendio, non ha altro diritto che alla sussistenza, il resto si attacchi, ci sono le bollette e il carburante da pagare, cosa pretende mai di vivere, sopravviva e basta.
E invece no, questa volta mi ribello: sopravviverò, è certo, ma con l'intenzione di vivere sopra, sopra i miei stessi limiti (gli ottanta euro di Renzi mi hanno dato alla testa). La coscienza è già determinata abbastanza. In fondo è molto peggio diventare triste, digrignare i denti carico di risentimento, stramaledire gli inglesi e cambiare sesso per sapere se era meglio avere la vagina che questo paio di palle che tutti sono bravi a dire di tirare fuori.
Dunque, sentimento e basta: al resto ci penserà il bosco e i raggi di luce che filtrano tra le foglie illuminando occhi felici.

1 commento:

Romeo ha detto...

Grazie, Luca. Per la dedica, che in parte allontana il mio timore di non riuscire a dire in modo comprensibile quello che mi sembra di aver capito e penso possa essere utile dire, ma soprattutto per le stimolazioni continue dei tuoi post - le scelte citazioni, gli acuti appunti sulla vita politica, i voli fuori gabbia della tua sensibilità soggettiva: è non solo un piacere leggere il tuo blog, e sono sicuro che siamo in tanti a pensarla così. Perciò, sei obbligato a liberamente continuare...