- Stasera non ho voglia di scrivere.
- Bugiardo.
- Perché bugiardo? Non ho voglia di scrivere punto.
- Hai voglia di scrivere, virgola.
- La sera, stasera, è più tiepida, la prima forse che fa credere giugno.
- Il cielo, l'hai visto, prosegue la luce di un tramonto che non vuole spegnersi.
- Allora, scusa, dato che non ho voglia di scrivere, continua tu a comporre immagini serotine.
- Perché? Hai qualcosa da fare di più urgente?
- Di uscire da questa consuetudine, almeno stasera.
- Per ricavarne che cosa? Riposo? Ma se sostieni che ti stanca di più la pagina bianca.
- Complimenti per la rima baciata.
- Non era voluta. Non si è evoluta, è rimasta al primo stadio.
- Cosa mi racconti?
- Sei tu che devi raccontare, non invertiamo i ruoli.
- È più simpatico conversare con Dio che con te.
- Ma io esisto.
- Sei il mio doppio.
- Sì, il tuo doppio frammisto.
- C'è una parte di te che reclama.
- Ce n'è una di te che invece sta quieta.
- Statte quieto.
- Già. Una collega di Napoli stamani, per circostanze che sarebbe tedioso riportare qui...
- ... io amo il tedio...
- ok, ma ora non è il caso, insomma, ti dicevo, la collega mi ha detto in napoletano: «Perché ti vuoi grattare se non ti prude?».
- Giusto. Ma sei sicuro che non ti prude?
- No, almeno credo.
- Nemmeno un pochino... da uno a novanta, su, quanto ti potrebbe prudere?
- 21.
- ‘A femmena annura.
- Domani la gioco.
- Domani un altro giorno arriverà.
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