Oggi, l'inquinamento musicale mi ha discaricato into orecchia L'anima vola di Elisa.
Sono i momenti in cui vorrei non essere italofono, fonare il fiammingo e intonare Lucky Manuelo.
Non sono le canzoni peggiori a provocarmi le peggiori irritazioni. Per esempio, se subisco i Modà, mi basta un vaffanculo secco e puf, svaniscono nuvole e fragole.
L'anima vola è una hit più snob, Elisa è una brava interprete (applausi) e il testo è sicuramente più meditato. O almeno: si presuppone che la cantautrice abbia lavorato con più perizia sul testo - e sai le lodi che avrà nuovamente ricevuto (le ha ricevute? Boh, non leggo i più i Bertoncelli, tranne il Madeddu).
Vabbè, il problema è che se sento cantare
«Se mi guardi negli occhi
cercami il cuore»
io divento scurrile. E se, di seguito, mi si intima di
«non mi comprare niente»¹
di rivalsa, vado subito in farmacia a comprare una peretta per far sì
«che io sia per te in ogni posto»
anche in quello col quale ho sostituito, sottacendolo, la parola cuore.
E poi
«L'anima osa».
L'anima cosa?
«È lei che si perde
e poi si ritrova»
Questa di personificare con il “lei” una cosa neutra come l'anima mi ha rincuorato: adesso vado a vedere se la mia ha le tette.
Nota.
¹Per distinguersi dalla Minetti non c'è bisogno di scriverlo e cantarlo.
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