Da ieri, col vento di bora che soffia a più non posso, freddo freddo e pioggia pioggia, è successo tutto uno sfarfallio di foglie e rami intorno che pare il bosco appropriarsi della casa, della strada. E nel veder intorno tutto questo sfacelo di verde-giallo-marrone sparso a terra, con tutto l'umido del piovere che ne consegue, ho avuto e ho un'improvvisa voglia di Agadir.
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Dove vivo, intorno, ci sono molti alberi. Boschi e foreste (non distante, persino una riserva naturale integrale) dominano il paesaggio, lo fanno bello, poco antropico, ipocondriaco. Oggi lo guardavo dalla finestra di lacrime di pioggia rigata. Ci fossero grattacieli, dicevo. Ci fossero pianure padane, mormoravo. Ci fossero le onde, scaramantizzavo. D'un tratto m'è venuta in mente l'Amazzonia e relative foreste pluviali. Questo - se ci credete bene, se non ci credete fa niente - prima che aprissi la pagina di Repubblica.it e trovassi questo fotoreportage.
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Da alcuni anni, la bilancia commerciale della Germania è in attivo («enorme surplus commerciale»). La Germania esporta più di quanto importa. Le merci tedesche sono apprezzate in tutto il mondo, trovano acquirenti in ogni dove. Anche in Amazzonia.
La Stihl è, infatti, made in Germany
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In Italia le seghe si fanno senza moto. Tuttavia, anche l'Italia ha la bilancia commerciale in attivo. Molto meno dei tedeschi, eppure merci italiche si vendono. Anche aereoplani da guerra alla nazione più guerrafondaia. Uno (o due?) anche al Ciad. Mi piacerebbe sapere nel dettaglio tutta la pratica commerciale che ci ha fatto vendere un cargo tattico dell'Alenia Aermacchi al Ciad. E come, in che valuta e in quale modalità (bonifico bancario?), il Ciad ha pagato. Ci sarà stata mica la mediazione del Vaticano?
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