«Abbiamo realizzato 36 importante [(!)] riforme. Nessuno si ricorda le cose che abbiamo fatto, ne abbiamo fatte talmente tante che non ce lo ricordiamo nemmeno noi.» Silvio Berlusconi
Un po' come le seghe, ce ne siamo fatte talmente tante che non ci ricordiamo più quante, anche se, con poco margine d'errore, potremmo individuarne il numero, basterebbe contarne, come media, almeno una al giorno, dall'età in cui abbiamo cominciato, e il sub-totale è fatto.
Masturbazioni a parte, il vero motivo del
lapsus memoriae berlusconiano è senz'altro dovuto all'imbarazzo del ricordarsi il contenuto di almeno
37 importanti riforme
[Fonte]:
il Decreto Biondi, approvato il 13 luglio 1994, provocò la scarcerazione immediata di 2764 detenuti, dei quali 350 erano colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli (compresi la signora Poggiolini, l’ex ministro Francesco De Lorenzo e Antonino Cinà, il medico di Totò Riina), al fine di impedire l’arresto di Paolo Berlusconi, del capo dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia e di Massimo Maria Berruti, consulente del gruppo Fininvest;
la Legge sulle Rogatorie, approvata nel 2001, serviva a cancellare le prove giunte dall’estero per rogatoria ai magistrati italiani, comprese ovviamente quelle che dimostrano le corruzioni dei giudici romani da parte di Previti & C;
la non ratifica del Mandato di cattura europeo (2001), da parte del governo Berlusconi, vide l’Italia come unico paese fra quelli dell’Unione europea a non aver ratificato, ma solo relativamente ai reati finanziari, ai reati contro la Pubblica amministrazione, e il motivo della mancata ratifica, secondo “Newsweek”, è che Berlusconi temeva di essere arrestato dai giudici spagnoli per l’inchiesta su Telecinco;
la Legge Frattini sul conflitto d’interessi, approvata il 28 febbraio del 2002, che consente di “legalizzare” la posizione di conflitto di interessi di Berlusconi: chi possiede aziende e va al governo, ma di quelle aziende è soltanto il “mero proprietario”, non è in conflitto d’interessi e non è costretto a cederle, quindi l’unica conseguenza per il premier è stato lasciare la presidenza del Milan;
la depenalizzazione del falso in bilancio, legge fatta dal governo Berlusconi nel 2002, ha permesso a Berlusconi di ottenere l’assoluzione perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” nel processo All Iberian 2 e nell'ambito dell'ultimo stralcio del processo SME, e di giungere alla prescrizione nel processo sul caso del calciatore Lentini;
la Legge Cirami sul legittimo sospetto, approvata il 5 novembre 2002, che reintroduce il concetto di “legittima suspicione” sull'imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo, viene sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati;
il cosiddetto Lodo Schifani (legge n.140/2003), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale;
la riapertura dei termini per il condono fiscale, Dl 143 del 24 giugno 2003, estende il condono a coloro che hanno “concorso a commettere i reati”, anche se non hanno firmato la dichiarazione fraudolenta, come nel caso dei 9 coimputati del premier, accusati di aver aiutato Berlusconi a evadere con fatture false o gonfiate;
la cosiddetta Legge ex-Cirielli, Legge n. 251/2005, denominata anche legge salva-Previti, ha introdotto una riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati e trasformato in arresti domiciliari la detenzione per gli ultrasettantenni, consentendo l'estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Diritti tv Mediaset" e”Mills” a carico di Berlusconi;
la cosiddetta Legge Pecorella, che introduceva l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento, fu respinta dal presidente Ciampi in quanto incostituzionale, così Berlusconi la ripresentò uguale per farla riapprovare (legge n.46) nel gennaio 2006, ma la Consulta la bocciò con la sentenza n. 26 del 2007;
Il cosiddetto Lodo Alfano (legge n. 124/2008), per l’impunità delle alte cariche dello stato, ha consentito la sospensione dei processi a carico di Berlusconi fino alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale, nonostante le pressioni ricevute da quest’ultima;
il cosiddetto legittimo impedimento, legge del 7 aprile 2010 n. 51, che consente di rinviare i processi per Berlusconi e i ministri, si applica per tutte quelle attività "coessenziali" alle funzioni di governo e a certificare che esiste un impedimento "continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni", sarà la Presidenza del Consiglio;
il cosiddetto decreto “salva liste”, Dl 5 marzo 2010 n. 29, è stato il tentativo, palesemente incostituzionale (comma IV art. 72, art.117 della costituzione), da parte del governo Berlusconi di cambiare le regole nel corso della competizione elettorale;
il Disegno di legge sul “processo breve” stabilisce che per l'imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità), tutto a beneficio di Berlusconi nelle vicende sui diritti tv Mediaset, Mediatrade, corruzione dei senatori.
Berlusconi a suon di leggi ad aziendam ha triplicato il proprio patrimonio, in particolare dall’inizio del 1994 (3,1 miliardi di euro), quando è entrato in politica, al 2005 (12 miliardi di euro secondo Forbes).
Di seguito si riportano le norme approvate dai governi Berlusconi che, in modo evidente, hanno favorito le società del premier e la crescita del suo patrimonio:
la Legge Tremonti, approvata il 10 giugno 1994, per la detassazione del 50% degli utili reinvestiti dalle imprese, ha consentito alla neonata Mediaset di risparmiare 243 miliardi di lire di imposte sull’acquisto di diritti cinematografici per i film d’annata;
la cosiddetta Tremonti-bis, Legge del 18 ottobre 2001 n. 383, abolisce l’imposta su successioni e donazioni per i patrimoni superiori ai 350 milioni di lire (fino a quella cifra l’imposta era già stata abrogata dal centrosinistra);
il cosiddetto “Decreto Salva-Calcio”, Decreto legge n. 282/2002, introduce una norma che consente alle società di calcio (tra cui il Milan che risparmia 242 milioni di euro) di diluire le svalutazioni dei cartellini dei calciatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali;
il condono fiscale, contenuto nella Legge Finanziaria del 2003, ha consentito a Berlusconi di sanare con appena 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire contestata dai pm di Milano e a Mediaset di sanare le evasioni di 197 milioni di euro, contestate dall’Agenzia delle entrate, pagandone appena 35;
la detassazione delle plusvalenze da partecipazione, riforma introdotta da Tremonti nel 2003, venne subito utilizzata dal premier Berlusconi nell’aprile 2005 quando cedette il 16,88% di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando 340 milioni di euro di tasse;
il Decreto Salva-Rete 4, firmato da Berlusconi il 24 dicembre 2003, concede una proroga per continuare a far trasmettere Rete 4 in analogico, a danno di Europa 7, pur non avendo la concessione per farlo dal 1999;
la Legge Gasparri del 2004, sul riordino del sistema radio-televisivo e delle comunicazioni, assicura che Rete 4 non avrebbe sforato il tetto antitrust perché, entro il 30 aprile 2004, il 50% degli italiani avrebbe dovuto captare il segnale del digitale terrestre, però, a quella data, solo il 18% della popolazione riceveva il segnale digitale, inoltre, tale legge regala a Mediaset una potenziale crescita dei ricavi di 1-2 miliardi di euro l’anno, come ha candidamente ammesso lo stesso Fedele Confalonieri;
le norme sull’acquisto del decoder, cui fanno riferimento la Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004) e la Legge 311/2004 (Finanziaria 2005), introducono un incentivo statale all'acquisto di decoder e a beneficiare in forma prevalente dell'incentivo è la società Solaris, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp", controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi;
l’estensione del condono edilizio alle aree protette, Legge n.308/2004, inserisce le zone protette tra le aree condonabili e tra queste ci sono anche le aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi;
la riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti, varata dal governo Berlusconi a fine 2004, consente a Berlusconi, secondo i calcoli de L’Espresso, di risparmiare 764.154 euro all’anno;
il Testo unico della previdenza complementare, Decreto legislativo n. 252 del 2005, prevede norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio soprattutto di Mediolanum di proprietà della famiglia Berlusconi;
il servizio Postescuola di consegna e ordinazione, per telefono e online, dei libri di testo destinati agli alunni della scuola secondaria, tramite l’accordo stipulato il 9 giugno 2005 tra il Ministero dell’Istruzione e le Poste Spa, ha previsto la consegna dei libri tramite la Mondolibri Bol, una società posseduta al 50 per cento da Arnoldo Mondadori Editore Spa, di cui è mero proprietario Berlusconi;
l’innalzamento dal 10% al 20% del tetto per l’acquisto di azioni proprie, da parte delle società quotate in borsa, è stato subito messo in atto dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset;
lo spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset da parte delle aziende e delle istituzioni controllate dal governo: ministeri, Poste, Eni, Enel, ecc., si è verificato in misura cospicua da quando nel 2008 Berlusconi è tornato al governo;
il Decreto legge n. 185/2008 ha stabilito l’aumento dal 10 al 20% dell'aliquota IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset;
le norme contenute nel decreto Romani, entrato in vigore il 15 marzo 2010, regolano gli spazi pubblicitari televisivi a vantaggio di Mediaset e a svantaggio di Sky, costretta a scendere entro il 2013 dal 18 al 12% di affollamento orario di spot;
il cosiddetto Lodo Cassazione, norma fatta su misura per la Mondadori, inserita di nascosto all'interno del Dl incentivi del 25 marzo 2010, consente di archiviare i processi tributari arrivati in Cassazione con due sentenze favorevoli al contribuente mediante il pagamento del solo 5% del valore della lite.
Ne hanno fatte davvero tante che, per via indiretta, tramite patti extra parlamentari detti del
Nazareno, è normale il pregiudicato ambisca a farne ancora, l'Italia lo merita, non dobbiamo perdere
il primato di nazione più corrotta d'Europa.