venerdì 21 febbraio 2014

Fare il ministro: un mestiere immateriale

Riguardo al nuovo governo, mi limito solo a una domanda: Dario Franceschini sarà il prossimo ministro della cultura perché 
«ha pubblicato con Bompiani nel 2006 il romanzo Nelle vene quell’acqua d’argento, tradotto da Gallimard in Francia, dove ha avuto un successo di critica e vinto il Premier Roman di Chambery. Nel 2007 ha pubblicato, sempre per Bompiani, La follia improvvisa di Ignazio Rando, nel 2011 Daccapo e nel 2013 Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado
Sarò un pettegolo maldicente ma, a mio modesto avviso, il neo-ministro Franceschini sembra ripercorrere la strada già battuta da un ex ministro della cultura, l'onorevole Sandro Bondi. Infatti, Bondi stesso, ispirato autore di componimenti poetici, dopo la separazione dalla moglie e il fidanzamento con una nuova compagna, ebbe la ventura di ricoprire tal cazzuto incarico, proprio come oggi Franceschini, separato anch'egli dalla moglie e da alcuni anni fidanzato con una signora che, attualmente, mi sembra sia consigliera comunale di Roma.
Questo per dire, insomma, che sovente in Italia il dicastero dei Beni e delle attività culturali e del turismo è destinato a gente che deve pagare gli alimenti, più mantenere alto il livello del testosterone - almeno credo.

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