lunedì 24 febbraio 2014

La palla delle narrazioni


«L'uomo è nel senso più letterale uno ζῷον πολιτικόν non soltanto un animale sociale, ma un animale che solo nella società riesce ad isolarsi. La produzione dell'individuo isolato al di fuori della società - una rarità che può capitare ad un uomo civile sbattuto per caso in una contrada selvaggia, il quale già possiede in sé potenzialmente le forze della società - è un non senso come lo sviluppo di una lingua senza individui che vivano insieme e parlino tra loro». Karl Marx, 1857, Introduzione a «Per la critica dell'economia politica», Appendice A, edizione Einaudi, vol. **.

Dici: sono stanco, me ne frega un cazzo, non rompetemi, non ne vale la pena, fatemi uscire, non voglio ascoltare nessuno, voglio stare solo, fuori dal mondo, fuori dal casino... 
Constati: non è possibile. Ogni isolamento è impossibile, ci sono voci dappertutto, discorsi, idee, suggestioni, stimoli, provocazioni: tutto ciò ti trascina dentro il carcere della realtà. L'indifferenza, o meglio: la sufficienza è solo un atteggiamento di puerile autodifesa. Non tutto quel che accade ti riguarda, ma tutto quel che accade ti guarda, a vista, ti controlla, ti determina e ti fornisce narrazioni...

Che due palle tutte queste narrazioni, ma grosse, ahimè!, sapessi quanto, da orchite cerebrale. Narrano, i narratori, persino con le mani in tasca, in modo da verificare all'istante quanto, sgonfiandosele, vadano a gonfiarle a dismisura a coloro che gravitano nella stessa sfera mediatica.

Sono sempre più rare le contrade selvagge. Anche se vai in India, in un quasi congedo camusiano, spesato, spaesato, riverito, rivestito, abbronzato, fisicamente in forma a forza di fare palestra nell'attesa che qualche alta corte decida la tua condanna, non perché, come dicono i media italiani, sei stato coinvolto nell'uccisione di due pescatori, no, ma perché li hai ammazzati quei due pescatori, bene, sei lì che aspetti, tra un rinvio e l'altro e, zacchete, ti telefona una narrazione per dirti che sta narrando di te al Paese.
Più facile sfuggire alla giustizia che alle narrazioni.

Io, è vero, narro poco, poche idee pigre, divaganti, scarsamente produttive. 

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