[a Kate]
Quello che sembra disfarsi sono le membra e impedirsi di dirsi che tutto quello che fugge è ruggine che resta e fa spessore tenue rapido che sceglie e s'infila nell'impensato mentre la sostanza s'informa e tu non hai mai creduto essa potesse sostanziarsi nell'assenza quando il desiderio scivola e spiove e scorre e s'accumula nei borri nei fossi mentre s'ingrossa il patimento smorto il non sapere se conviene prendersela per cosa meglio di no e avvitarsi come edera a un palo della luce perché ci sono momenti nella vita in cui bisogna mostrarsi illuminati a meno di non esserlo già fulminati dal dubbio che tutto sia vano che l'epoca non sia la nostra e che lo spazio di manovra dell'io sia limitato a un punto a un principio a uno sputo a uno scontrino sbiadito che riporta la tua insussistenza la tua cenere quello stupendo sapore di caffè che t'invade la mente dopo pasto e quel lieve movimento di labbra che percepiscono la gioia della salivazione l'umidità del bacio e la fragilità dello sguardo che si stanca facilmente a guardare continuamente negli occhi l'interlocutore perché sa che la mente fa meno fatica a fingere che a dire la verità in quanto nascondere ciò che si è è un'arte alla portata di tutti mentre esprimere se stessi sino in fondo è complicatissimo richiede uno sforzo che io francamente non mi sono mai sognato di intraprendere dacché sono un accidioso per natura e infingardo per cultura e le mie mani gira e rigira se proprio devono scegliere di muoversi o stare ferme ti accarezzano che non è un'azione lo sai lo sapete accarezzare non è un'azione è il verbo.
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