martedì 17 marzo 2015

Lupi affamati

C'è tanta indignazione nel Paese, lo testimoniano le reazioni all'ultimo (pres'unto) scandalo. Ho udito persino padri chiedersi come spiegare ai figli la corruzione che divora la carne dello Stato.

Nella Terza novella della Quinta giornata del Decameron si legge:
«Pietro, stando sopra la quercia quanto più doloroso esser potea, vide in sul primo sonno venir ben venti lupi, li quali tutti, come il ronzin videro, gli furon dintorno. Il ronzino sentendogli, tirata la testa, ruppe le cavezzine e cominciò a volersi fuggire; ma essendo intorniato e non potendo, gran pezza co’ denti e co’ calci si difese; alla fine da loro atterrato e strozzato fu e subitamente sventrato, e tutti pascendosi, senza altro lasciarvi che l’ossa, il divorarono e andar via. Di che Pietro, al qual pareva del ronzino avere una compagnia e un sostegno delle sue fatiche, forte sbigottì e imaginossi di non dover mai di quella selva potere uscire.»
Parafrasando: Pietro è il cittadino indignato; il ronzino è l'Italia; e i lupi sono i Lupi (che incalza-no).

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