sabato 14 marzo 2015

Caput mortuum

«Le previsioni storiche sulla sorte della società borghese si sono avverate. Nel sistema della libera economia di mercato, che ha portato gli uomini a invenzioni che permettono di risparmiare lavoro e infine alla formula matematica mondiale, i suoi prodotti specifici, le macchine, sono diventate mezzi di distruzione non solo in senso letterale: in luogo del lavoro hanno reso superflui gli operai. La borghesia stessa è decimata, la maggioranza dei borghesi ha perduto la sua autonomia; nella misura in cui non sono stati sospinti in basso, nel proletariato o piuttosto nella massa dei disoccupati, sono finiti alle dipendenze dei grandi gruppi economici o dello Stato. L'Eldorado delle esistenze borghesi, la sfera della circolazione, viene liquidata. La sua opera viene svolta in parte dai trust, che si autofinanziano senza l'aiuto delle banche, levano di mezzo il commercio intermediario e assoggettano al proprio controllo l'assemblea generale. A ciò provvede in parte lo Stato. Come caput mortuum del processo di trasformazione della borghesia, è sopravvissuta la fascia superiore della burocrazia industriale e statale.»

Max Horkheimer, La società di transizione, cap. 1: Lo Stato autoritario, Einaudi, Torino 1979 (traduzione di Giorgio Backaus).

Quando c'era Berlusconi (oddio, che incipit) era più facile capire che, principalmente, l'azione di governo aveva come obiettivo primario la salvaguardia del tornaconto del presidente del consiglio; e poi, a seguire, gli interessi di classe (un esempio per tutti: i capitani coraggiosi); e, a finire, qualche buccia di scarto per il popolo (la mitica social card).
Adesso che c'è Renzi cosa si capisce? Che c'è un caput mortuum e amen.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se si guarda alla storia recente di questo Paese non si può non constatare che quando governano i sinistri si fa maggiormente necessario il procurarsi vaselina.

Luca Massaro ha detto...

Può darsi, ma è altresì innegabile che l'Italia sia un paese ambidestro.