mercoledì 1 luglio 2015

Dato un tempo finito

«Il pensiero più fugace obbedisce a un disegno invisibile e può coronare, o inaugurare, una forma segreta. So che alcuni operavano il male affinché nei secoli futuri ne derivasse il bene, o ne fosse derivato in quelli passati... Visti in tal modo, tutti i nostri atti sono giusti, ma sono anche indifferenti. Non esistono meriti morali o intellettuali. Omero compose l'Odissea; dato un tempo infinito, con infinite circostanze e mutamenti, l'impossibile è non comporre, almeno una volta, l'Odissea. Nessuno è qualcuno, un solo uomo immortale è tutti gli uomini. Come Cornelio Agrippa, sono dio, sono eroe, sono filosofo, sono demonio e sono mondo, il che è un modo complicato di dire che non sono». J. L. Borges, L'Immortale.

Giro il capo dall'altra parte. Dall'altra parte però non trovo il capo. Sono tutto un centro, incentrato su me. Oddio come mi sento vivido... rabbrividisco. Fosse possibile mettere un po' di vita da parte per quando uno sta male e si sente mezzo morto. Già: visti i problemi che ci saranno con la previdenza, si potesse attivare un fondo pensionistico ove accantonare quella parte di vita in più che al momento non è dato consumare, perché capita a volte di essere parsimoniosi coi vissuti e vivere di conserva. Insalamoiarsi, immarmellatizzarsi, essicarsi come stoccafissi appesi sullo hjell. 
Ibernarsi no, perché tale pratica prevede di vivere in un futuro indeterminato, non credo sia interessante, c'è da diventare pazzi ritrovarsi in un'epoca che non ci appartiene, credo sia meglio prolungare la vita che siamo abituati a vivere, almeno si sa come trovare di notte il cesso al buio e non sbagliare indirizzo.
Ho rigirato il capo al punto di partenza: fosse stato un angolo giro mi sarei sentito qualcuno.

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