domenica 7 settembre 2008
Mi faccio assessore
Ho deciso: stasera mi eleggo, mi voto, mi faccio poi subito assessore all'urbanistica. Ho bisogno di costruire una variante su me stesso. Promuovo un una gara d'appalto. Fo un salto. Vince un ditta di Canicattì. Cominciano senza indugi a spennellare bitume dai piedi ai capelli; e giù ad asfaltarmi, a farmi quattro corsie sull'addome. Le vene mie gioiscono per la nuova circolazione. Comunque mi dovrò attrezzare a far pagare un pedaggio a chiunque voglia passare sul mio corpo. Voglio fare come Benetton che dai maglioni è passato alle autostrade, tanto che indossare Benetton e viaggiare in autostrada son diventati la stessa cosa. Mi confondo, ma non importa. Con questo cazzo di capitalismo non ci capisco più un cazzo. Solo che i soldi vanno sempre di più dove ci sono i soldi e, a costoro, i soldi vengono dati (non si sa come) da chi, come me, non ha i soldi. Ma se i soldi vanno ai soldi, perché Benetton non fa i saldi tutto l'anno anche per i pedaggi autostradali? M'infreno, ma non importa. E penso ai Russi. Meglio: penso a quei pochi Russi che hanno i soldi. O agli sceicchi. E penso: ci sono poche (eppur tante) persone che hanno i soldi perché fanno i soldi con delle cose che sono in fondo di tutti della natura del mondo - e solo perché queste cose sono sotto il terreno di questi manigoldi pieni soldi, allora noi diamo loro i soldi affinché facciano più soldi per comprare per comprare per comprare. Ma comprate comprate; anzi, venite a investire i vostri cazzo di soldi sulle mie variantine, sul mio smodato bisogno di darmi un regolamento urbanistico, sulla mia necessità di farmi piazza, strada, marciapiedi, portico, palazzo signorile, fontana, giardino, parco; sulla mia impellente necessità di farmi città. Allora siamo d'accordo: invece d'investire sempre su tenute in campagna, squadre di calcio, yatch, campi da golf, e via discorrendo, ecco, investite sul mio concetto di cittadinanza, sulla mia repubblica mentale. Vi accorgerete presto della necessità di mandarvi a fanculo da voi stessi. Scusate, adesso il consiglio comunale mi chiama in causa per esporre il mio progetto. Siate pronti, vi garantisco, non vi pentirete.
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