Mi metto in disparte e aspetto che passi
la vita sui sassi a gettare dei semi -
e poi mi disseto e aspetto che arrivi
un minimo soffio, un refolo d'assi
Mi dice Levante di alzarmi ch'è tardi
deve chiudere il bar prima dell'alba
prima che il sogno si spenga e che passi
la mano che calda accompagna la notte
Mi chiudo dentro dei quadri perduti
in un atrio di vento che scuote la palma
l'unica traccia di verde, unica opera
di vita che spenta riporta la luce
In queste tele malcerte non trovo riposo
ritrovo la piazza, la birra ed i passi
lenti di gente che passa tra i chioschi
e chiedo a un passante di darmi dei boschi
E m'intreccio le mani di spine e di frasche
mi graffia la faccia una giovane acacia
una volpe mi scansa, un istrice avanza
ripiglio l'asfalto con le scarpe bucate
Non freddo, non sonno, non voglia
di tiepido latte. Soltanto il silenzio
assordante dei grilli parlanti disposti
a non dare consigli a non stilare decreti
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