martedì 2 settembre 2008

Nascita di una religione



Il cristianesimo non è nato come religione (e con ragione, se la nozione del termine era impensabile nella cultura ebrea). Esso non si è sviluppato, durante i suoi primi due secoli di vita, teologicamente decisivi, con lo stampo di una religione, poiché pensava e scriveva in greco - lingua, questa, che ignorava, necessariamente, tale categoria concettuale latina. Il cristianesimo è diventato religione all'inizio del III secolo, attraverso una sorta di patto col diavolo, usando la stessa terminologia del suo oppressore. Esso era considerato, fino ad allora, come una superstitio fra le tante che circolavano nell'Impero Romano. Una superstitio era, agli occhi dei filosofi, il contrario di una religio, e cioè una moda passeggera, illecita e marginale, senza ancoraggio nazionale. Il Giudaismo, sotto questo punto di vista, era allora una religione locale lecita, ufficialmente riconosciuta, corrispondente a un'etnia e a un territorio preciso, la Giudea. Al contrario, il cristianesimo (la parola, ricordiamolo, appare mezzo secolo dopo Gesù di Nazareth) era una dissidenza ebrea senza fissa dimora, un'epidemia di monaci mendicanti senza statuto giuridico.
Religio era laudativo, superstitio, peggiorativo. Nel 197, nel capitolo XVI della sua Apologetica, Tertulliano azzarda uno stratagemma: inverte i termini. Battezza superstizione la religione romana, e la sua superstizione cristiana, "la vera religione del vero Dio". Piccolo gesto, grande effetto. Una religione è fatta per reprimere; una superstizione, per essere repressa. Cohibeatur superstitio: "che la superstizione pagana sia perseguita", proclamerà l'editto di Costanza del 341, instaurando il regno della Religio christiana romanaque come sola religione lecita.

Régis Debray, Les communions humaines. Pour en finir avec "la religion", Fayard, Paris, 2005, pagg. 47-49 (traduzione mia, chiedo venia)

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