martedì 25 maggio 2010

Come i nodi duri del legno

«Ci sono io, per intanto. Sto dentro la mia grande bara. Sono al buio, chiuso. Le voci che si sentono di fuori, che arrivano qui, che parlano di me, a me, sono le voci dei visitatori. Con la faccia girata tutta da una parte, con tanta fatica, ne vedo qualcuno, lì dei visitatori, da una fessura del legno, tra un'asse e l'altra della parete, che mi passa davanti, che si ferma. Poi qualcuno mette anche l'occhio, lì nella fessura, e si vede che non ci vede niente. Ci sono i personaggi, tutti, qui nella bara. Sono fatti di legno, un po' come nei tiri al bersaglio, ci sono dei personaggi che ci sono soltanto con la testa, che è appesa lì, al soffitto, che pende. Ma ci sono dei personaggi che ci sono per intiero, grandi come sono davvero, nudi. Sono come ombre un po' spesse, di cm. 5 circa. Sono messi in fila, con la spina dorsale attaccata alla parete, con il corpo mobile, tutto di profilo. Se allungo le dita, me li sfoglio come si sfogliano le pagine di un libro, i più vicini. Li riconosco così, toccandoli. Tocco quella ragazza rosa, per esempio, che è subito lì. Me la volto dalla mia parte. È lì con la bambina ballerina, che se la tiene per mano. Poi dice alla bambina di andarsene un po' a spasso, via, a giocare, lì nel corridoio, fuori. Sento i passi della bambina che si allontana nel corridoio, che salta. Poi quella ragazza rosa viene lì, adagio, lì da me, in punta di piedi. Si siede per terra, lì da me, piangendo. E così, piangendo, canta. Canta Mir läuft ein Schauer, che è una sua vecchia canzone. Ma la bambina, intanto giuoca lì con la palla, fuori. Arrivano i colpi della palla, da corridoio. La sento che batte contro la parete della bara, la palla, che cade, che rimbalza. Poi sento la bambina che grida. Giro sempre tutta la faccia, guardo nella fessura. Vedo la bambina, la palla, i visitatori che passano. Vedo anche i giardini, là in fondo, con i viali alberati, con i padiglioni. Tocco la bambina di legno, con le dita, come si tocca una bambola. Poi tocco quella ragazza rosa di legno. Sento le sue lacrime, dure, come i nodi duri del legno, lì, che sporgono».

Edoardo Sanguineti, Il giuoco dell'oca, Feltrinelli, Milano 1967

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