giovedì 13 maggio 2010

Pesciolini cinesi

In questi momenti di crisi finanziaria ed economica internazionale (bolle, controbolle, deficit, disavanzi, risanamenti, tagli strutturali eccetera) parlare di una vita, semplice vita, e della relazione vita-libertà appare scandaloso, oltraggioso. Tanto facile è sacrificare vite sugli altari della macroeconomia che sembra vano prestare orecchio occhio e voce davanti a tanta insignificanza. Ma l'orrore si vede nelle pieghe, nei ritagli, negli scorci di notizie defilate. È una breve dall'estero che Internazionale riporta ieri riprendendola da Le Monde. Parla di Wu Lihong, «un ambientalista cinese che negli ultimi tre anni ha vissuto da detenuto speciale nella prigione di Dingshan, a Yishing, nella provincia di Jiangsu», in Cina. Leggere il suo breve racconto fa male, fa rivoltare. Osservare che ancor oggi in qualche parte del pianeta una persona sia condotta in carcere e torturata solo perché la pensa diversamente dalla dottrina del potere è una cosa aberrante. D'accordo che «governare un grande paese è come far cuocere dei pesciolini¹»; ma, allo stesso tempo:

«Un paese si governa con la rettifica, la guerra si conduce con gli stratagemmi. Ma l'Impero si conquista con l'inazione.

L'impero si conquista restando costantemente nell'inazione. Dal momento in cui si diventa attivi, non sì è in grado di conquistare l'Impero.

Come posso sapere io che le cose stanno così? Da questo:

Quanto più ci sono divieti e proibizioni dell'Impero, tanto più popolo si impoverisce. Quanto più il popolo possiede strumenti utili, tanto più il paese e la dinastia sono sconvolti. Quanto più ci sono operai ingegnosi, tanto più vengono prodotti oggetti bizzarri. Quanto più si pubblicano leggi e decreti, tanto più si moltiplicano ladri e briganti.

Perciò un Santo ha detto:

Se io pratico il Non-agire, il popolo si trasforma da solo.

Se io amo la quiete, il popolo si rettifica dal solo.

Se io mi astengo dall'attività, il popolo si arricchisce da solo.

Se io sono senza desideri, il popolo tornerà da solo alla semplicità”²».


Parole “sante”. Anche per l'Italia.


Tao-tê-ching, Adelphi, Milano 1990 [cap. LVII].

¹Ibidem, LX

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