venerdì 25 marzo 2016

Formula Isis

Due cosine veloci veloci mi preme dire a proposito dell'insensato parallelo che fanno molti assertori dell'unità nazionale (o paneuropea) contro il terrorismo d'ispirazione jihadista, unità analoga a quella che venne messa in atto ai tempi del terrorismo brigatista.

Pregiatissimi paladini dello stato di emergenza,

come, in effetti, non è azzardato accusare i brigatisti (o comunisti combattenti) del tempo che fu di aver tentato di ricreare in Italia (e non solo) una sorta di dittatura del proletariato corrispondente a quella allora presente in URSS e in altre repubbliche socialiste vincolate al Patto di Varsavia, perché, allo stesso tempo, faticate in modo omertoso a nominare il reale obiettivo dei combattenti islamici, nello specifico: dei leader, dei teorici e degli strateghi dello Stato Islamico (non certo de’ giovani disturbati mentali che ne sposano la fede e ne imbracciano le armi) che è quello, palmare, di costruire uno Stato che ricalca pedissequamente quel che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Qatar, sono già?

Ma come, non avete mai riflettuto che, nella scongiurata ipotesi che il sedicente Stato islamico si realizzi, non sia altamente probabile che esso, in capo a pochi anni di diplomatiche formalità, entri a far parte della Lega Araba?

In tal caso, cosa potrebbe escludere che tra ventisei anni l'ISIS organizzi dei bei mondiali di calcio¹?

Saluti pentiti (quanto trovate il primo Patrizio Peci, fatemi un fischio).

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¹ Le olimpiadi no, che c'è il beach volley femminile.

2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

vorrei commentare questo post ma purtroppo nun me ricordo.

Luca Massaro ha detto...

Ce lo so che a quei tempi eri un pupo spensierato.