lunedì 7 marzo 2016

Legion del disonore

« Da più di trent'anni, in tutti i paesi occidentali, lo spettacolo elettorale si svolge essenzialmente nel segno di un'unica alternanza tra una sinistra e una destra entrambe liberali che, a parte qualche dettaglio, si accontentano ormai di applicare a turno il programma economico definito e imposto dalle grandi istituzioni capitaliste internazionali (e dunque, attraverso queste ultime, dalle potenti lobby transnazionali che ne sono la principale fonte d'ispirazione). In questa messa in scena perfettamente sperimentata, è la sinistra che ha sempre il maggiore interesse [...] a presentare questo “antagonismo” come il prolungamento naturale di una lotta e di una “scelta di società” che risalirebbe, sotto questa forma, alla Rivoluzione francese stessa (sappiamo comunque coglierne il lato ameno: è sempre divertente vedere Dominique Strauss-Kahn, François Hollande e Pascal Lamy atteggiarsi a eroici discendenti dei martiri della Comune o delle giornate del giugno 1848). »

Jean-Claude Michéa, I misteri della sinistraNeri Pozza, Vicenza 2015 (ed. originale, Paris 2013).

Via Libération
I francesi stanno ancora troppo bene per farsi venire certi pruriti. Tuttavia, nel remoto caso gli venissero, non sarebbe male iniziassero ad affilare le lame per certi rincoglioniti che per fortuna hanno l'avvertenza di mettere il casco per andare in motorino.

Ma vabbè, non sono altro che intermediari, meri piazzisti: le commesse sono grandi, fanno di tutto per accaparrarsele perché, in caso contrario, a vendergli cacciabombardieri o portaerei all'Arabbia, ci penserà qualcun altro.

Sia data, dunque, la Legion d'onore (un premio laico e repubblicano) al principe ereditario: non si può rischiare che, con un Ambrogino d'oro, gli italiani ci freghino alcunché.