mercoledì 16 marzo 2016

Such a lovely place

Non so dire a che punto siano le trattative per il TTIP, spero arenate (spero), per vari motivi, uno fra tutti: non fidarsi degli Stati Uniti d'America, di chi li conduce, chiaramente, e la dimostrazione più ovvia non può che essere la seguente, offerta in principio di un articolo di uno dei migliori analisti nostrani sulle vicende vicino e medio orientali, Alberto Negri:
«Il ritiro di Putin nel giorno fatale delle Idi di Marzo, a cinque anni dall’inizio della rivolta di Damasco e cinque mesi dopo l’intervento di Mosca, è una sorta di monito: la Siria è una guerra che nessuno può vincere e che tutti possono perdere, anche la Russia. Non ha bisogno neppure di essere troppo articolato e convincente. La guerra americana all’Iraq nel 2003, con le sue catastrofiche conseguenze, è lì a dimostrarlo: iniziata come un conflitto contro il regime di Saddam Hussein si è allargata a tutto il Medio Oriente e saldandosi con quella siriana, dopo la caduta dei raìs nel 2011, è arrivata in Europa con il terrorismo jihadista e i profughi.»
Di fronte a questo dato di fatto inoppugnabile, lacrime di quella merdina di Tony Blair e latrati ottusi della cricca fogliante a parte, i guerrafondai americani dovrebbero ripagare i debiti di guerra se esistesse un obiettivo (ed efficace) Tribunale Internazionale dei crimini contro l'umanità. Perché la guerra in Iraq è stata un crimine contro l'umanità, ci vuole poco a dimostrarlo, «catastrofiche conseguenze» comprese.

Non si può prevedere il futuro, ma si deve giudicare il passato. E il recente passato vede inequivocabilmente gli USA come principali responsabili delle guerre sparse in giro per il pianeta. 
Dunque, altro che TTIP: le sanzioni ci vorrebbero... prugne californiane a parte.

1 commento:

Marino Voglio ha detto...

"la Siria è una guerra che nessuno può vincere e che tutti possono perdere, anche la Russia."

io faccio ogni giorno più fatica a ragionare di politica perché ormai sono le convenzioni di base - ma terraterrapropio a livello di linguaggio - che non condivido; anzi, probabilmente non le capisco:

per me "perdere una guerra" significa ancora devastazione macerie e quattro eserciti occupanti (due dei quali non se ne andranno mai più), tipo germania annozzero.

...de che stamo a parla'...?