mercoledì 9 marzo 2016

La chiusura del volto

È più forte di me, non ce la faccio, devo confessare questa debolezza. Quando vedo in giro, al supermercato per esempio, una giovane coppia, lei vestita completamente di nero, col capo fasciato e del volto solo la fessura degli occhi scoperta, con l'uomo che le gira accanto, con le mani in tasca sprizzando sicumera, mi sento come la maggior parte degli uomini si sentono vedendo una bella donna andare in giro vestita sexy: provocato, ma in senso opposto, naturalmente, nel senso dell'avvilimento, del fastidio, del capo che si volta per non vedere questa misoginia (misantropia tout court) ambulante.
La chiusura del volto è, per me, intollerabile, avvilente, ottenebrante. Un viaggio nella tenebra. Non penso, per contro, che alcun decreto legislativo possa contrastare alla radice tale costume aberrante. Piuttosto, credo, sarebbe più efficace riuscire a indovinare un atteggiamento nei confronti di tali persone che possa farle sentire a disagio, e non credo che la miglior cosa sia mostrare imbarazzo o deferenza soprattutto nei confronti di quelle facce d'uomo che ostentano fierezza (parimenti al puzzo di sudore), nel mostrare il proprio vessillo mortifero. Bensì bisognerebbe riuscire a restare assolutamente indifferenti, ai limiti del mancato riconoscimento, come se davanti non ci fosse stato nessuno, l'invisibile, e come io non sono stato capace di fare, oggi, scusate, pardon.

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