martedì 8 marzo 2016

Stato di fermo

Siano applauditi i coraggiosi che a bordo di piccole barche hanno osato protestare.
Io avrei avuto paura, e mi sarei attaccato. A che? All'idrante. C'è un uomo in mare. C'è un uomo in mare? E i finanzieri, che dovrebbero finanziare, lancerebbero un salvagente a uno che non sa attaccarsi?

Poniamo che mi salvino e mi facciano salire a bordo della motovedetta. Come minimo vomito. «Perché vomita?», mi chiederà il capitano. 
«Perché Renzi e Hollande mi danno il voltastomaco», risponderò. 
«Capisco»,  dirà senza capire il capitano. «Lei è in uno stato di fermo». 
«Stato di fermo con lo stomaco in subbuglio? Capitano, mi stia a sentire» (ho bell' e pronte le mille lire):

Due governanti di sinistra, soddisfatti e sicuri di agire per l'interesse esclusivo del popolo che rappresentano, un popolo generalmente indifferente. Tutto si compie come se tutto fosse normale, dato che non compare all'orizzonte alcun serio movimento d'interdizione a questo andazzo del cazzo».

«Si contenga».

Piuttosto rivomito.

«Si resta attaccati ciascuno al proprio modo di sopravvivere, sperando che la tempesta passi altrove. Non può essere che così, atomizzati come siamo. E tuttavia non può essere diversamente, data la nostra condizione vaporosa. Cosa potrebbe farci precipitare, riaggregarci, farci diventare  massa critica? »

«Intendente! Faccia tacere quest'uomo».

Al che, io, quando mi sento dare dell'«uomo» mi inorgoglisco, non mi capacito mai di far parte di una certa specie. Specie ora che sembro un tonno pronto per essere sfilettato e messo sott'olio raffinato franto da olive turche. A proposito di militari: possibile che tra quelli turchi non serpeggi un po' di sedizione?

«Lei è un ingenuo».

Me ne faccio vanto.

1 commento:

giovanni ha detto...

Evviva il medioevo.