martedì 15 aprile 2014

Con la leva della circolazione non alzerete un cazzo


A coloro i quali ritengono, persuasi dalle soluzioni “facili” proposte dai cosiddetti teorici o guru antisistema [*], che l'uscita dell'Euro dell'Italia sia la panacea ai guai economici e finanziari che affliggono il nostro Paese, suggerisco, pacatamente, la seguente lettura tratta dai Grundrisse

« È possibile rivoluzionare i rapporti di produzione esistenti e i rapporti di distribuzione ad essi corrispondenti mediante una trasformazione dello strumento di circolazione — trasformando cioè l’organizzazione della circolazione? Inoltre: è possibile intraprendere una simile trasformazione della circolazione senza toccare gli attuali rapporti di produzione e i rapporti sociali che poggiano su di essi? Se ogni trasformazione in tal senso della circolazione stessa presupponesse a sua volta trasformazioni delle altre condizioni di produzione e rivolgimenti sociali, crollerebbe naturalmente a priori questa dottrina, le cui artificiose proposte in materia di circolazione mirano da un lato ad evitare il carattere violento delle trasformazioni, dall’altro a fare di queste trasformazioni stesse non un presupposto, ma viceversa un risultato graduale della trasformazione della circolazione. Basterebbe la falsità di questa premessa fondamentale a dimostrare l’uguale fraintendimento della connessione interna dei rapporti produzione, di distribuzione e di circolazione. L’esempio storico precedentemente addotto non può naturalmente decidere, dal momento che i moderni istituti di credito sono stati ad un tempo sia effetto che causa della concentrazione del capitale, costituendone soltanto un momento, e che la concentrazione del capitale è accelerata sia da una circolazione difettosa (come nell’antica Roma) sia da una circolazione scorrevole. Occorrerebbe inoltre indagare — o piuttosto rientrerebbe nel problema generale, — se le diverse forme civilizzate del denaro — moneta metallica, carta-moneta, moneta di credito, denaro-lavoro (quest’ultimo come forma socialista) — possono raggiungere ciò che da esse si pretende senza sopprimere lo stesso rapporto di produzione espresso nella categoria denaro, e se in tal caso, d’altra parte, non è di nuovo una pretesa autodistruttiva quella di voler prescindere, attraverso la trasformazione formale di un rapporto, dalle condizioni essenziali del medesimo. Le varie forme del denaro possono anche corrispondere meglio alla produzione sociale a vari livelli; e l’una può eliminare inconvenienti per i quali l’altra non è matura; ma nessuna, finché esse rimangono forme del denaro, e finché il denaro rimane un rapporto di produzione essenziale, può togliere le contraddizioni inerenti al rapporto del denaro: può soltanto rappresentarle in una forma o nell’altra. Nessuna forma di lavoro salariato, sebbene l’una possa eliminare gli inconvenienti dell’altra, può eliminare gli inconvenienti del lavoro salariato stesso. Una leva può vincere meglio di un’altra la resistenza della materia inerte. Ma ognuna si basa sul fatto che la resistenza rimane. »
Karl Marx, Grundrisse (stasera ho tratto il brano dal sito Criticamente, cap. 2 Il denaro, pag. 8)

[*]
Tali economisti appaiono antisistema, ma sono a esso consustanziali in quanto si prefiggono soltanto di consolidare «gli attuali rapporti di produzione e i rapporti sociali che poggiano su di essi». Per questo motivo, nonostante usino spesso, a sproposito, il termine rivoluzione, il loro è soltanto un mero lavoro di restaurazione e consolidamento dell'attuale sistema di potere. In breve, a mio avviso, più che economisti sono ingegneri che preparano una via di fuga, un piano bis, un'uscita di sicurezza riservata a coloro che occupano i posti di prima classe.

2 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

ecco un esempio di cosa succede quando il proletariato accede ai sacri testi, comincia cioè a pretendere di ragionare con la propria testa. perciò è buona cosa convincerli preventivamente che in quelle letture non c'è nulla di buono, niente di valido, che è meglio lascino perdere, che marx era un ciarlatano come lo sono gli economisti borghesi, i politicanti, giornalisti, filosofi, sociologi, tuttologi che liquidano marx per mezzo di frasi e comode falsificazioni.

molto interessante sarebbe però la lettura di marx laddove egli spiega perché Nessuna forma di lavoro salariato, sebbene l’una possa eliminare gli inconvenienti dell’altra, può eliminare gli inconvenienti del lavoro salariato stesso.

ma ciò è giusto lasciarlo ai lettori curiosi, sempre che ne sia sopravvissuto qualcuno

Luca Massaro ha detto...

Curioso, sì, è la parola giusta - e maravigliato perché, per come e per quanto lo leggo, Marx mi rende partecipe di una "nuova" forma di conoscenza che, sinora, non avevo incontrato.
E ti ringrazio qui ancora una volta, cara Olympe, della tua mediazione.