A coloro i quali ritengono, persuasi dalle soluzioni “facili” proposte dai cosiddetti teorici o guru antisistema [*], che l'uscita dell'Euro dell'Italia sia la panacea ai guai economici e finanziari che affliggono il nostro Paese, suggerisco, pacatamente, la seguente lettura tratta dai Grundrisse
« È
possibile rivoluzionare i rapporti
di produzione esistenti e i
rapporti di distribuzione ad essi corrispondenti mediante una
trasformazione dello strumento di circolazione — trasformando cioè
l’organizzazione della circolazione? Inoltre: è possibile
intraprendere una simile trasformazione della circolazione senza
toccare gli attuali rapporti di produzione e i
rapporti sociali che
poggiano su di essi? Se ogni trasformazione in tal senso della
circolazione stessa presupponesse a sua volta trasformazioni delle
altre condizioni di produzione e rivolgimenti sociali, crollerebbe
naturalmente a priori questa dottrina, le cui
artificiose proposte
in materia di circolazione mirano da un lato ad evitare il carattere
violento delle trasformazioni, dall’altro a fare di queste
trasformazioni stesse non un
presupposto, ma viceversa un risultato
graduale della trasformazione della circolazione. Basterebbe la
falsità di questa premessa fondamentale a dimostrare l’uguale
fraintendimento della connessione interna dei rapporti produzione,
di distribuzione e di circolazione. L’esempio storico
precedentemente addotto non può naturalmente decidere,
dal momento
che i moderni istituti di credito sono stati ad un tempo sia effetto
che causa della concentrazione del capitale, costituendone soltanto
un momento, e che la concentrazione del capitale è accelerata sia da
una circolazione difettosa (come nell’antica
Roma) sia da una
circolazione scorrevole. Occorrerebbe inoltre indagare — o
piuttosto
rientrerebbe nel problema generale, — se le diverse
forme civilizzate del denaro —
moneta metallica, carta-moneta,
moneta di credito, denaro-lavoro (quest’ultimo come
forma
socialista) — possono raggiungere ciò che da esse si pretende
senza sopprimere lo
stesso rapporto di produzione espresso nella
categoria denaro, e se in tal caso, d’altra
parte, non è di nuovo
una pretesa autodistruttiva quella di voler prescindere, attraverso
la
trasformazione formale di un rapporto, dalle condizioni
essenziali del medesimo. Le varie forme del denaro possono anche
corrispondere meglio alla produzione sociale a vari livelli;
e l’una
può eliminare inconvenienti per i quali l’altra non è matura; ma
nessuna, finché esse rimangono forme del denaro, e finché il
denaro rimane un rapporto di produzione essenziale, può togliere le
contraddizioni inerenti al rapporto del denaro: può soltanto
rappresentarle in una forma o nell’altra. Nessuna forma di lavoro
salariato, sebbene l’una possa eliminare gli inconvenienti
dell’altra, può eliminare gli inconvenienti del lavoro
salariato
stesso. Una leva può vincere meglio di un’altra la resistenza
della materia inerte.
Ma ognuna si basa sul fatto che la resistenza
rimane. »
Karl Marx, Grundrisse (stasera ho tratto il brano dal sito Criticamente, cap. 2 Il denaro, pag. 8)
[*]
Tali economisti appaiono antisistema, ma sono a esso consustanziali in quanto si prefiggono soltanto di consolidare «gli attuali rapporti di produzione e i rapporti sociali che poggiano su di essi». Per questo motivo, nonostante usino spesso, a sproposito, il termine rivoluzione, il loro è soltanto un mero lavoro di restaurazione e consolidamento dell'attuale sistema di potere. In breve, a mio avviso, più che economisti sono ingegneri che preparano una via di fuga, un piano bis, un'uscita di sicurezza riservata a coloro che occupano i posti di prima classe.
2 commenti:
ecco un esempio di cosa succede quando il proletariato accede ai sacri testi, comincia cioè a pretendere di ragionare con la propria testa. perciò è buona cosa convincerli preventivamente che in quelle letture non c'è nulla di buono, niente di valido, che è meglio lascino perdere, che marx era un ciarlatano come lo sono gli economisti borghesi, i politicanti, giornalisti, filosofi, sociologi, tuttologi che liquidano marx per mezzo di frasi e comode falsificazioni.
molto interessante sarebbe però la lettura di marx laddove egli spiega perché Nessuna forma di lavoro salariato, sebbene l’una possa eliminare gli inconvenienti dell’altra, può eliminare gli inconvenienti del lavoro salariato stesso.
ma ciò è giusto lasciarlo ai lettori curiosi, sempre che ne sia sopravvissuto qualcuno
Curioso, sì, è la parola giusta - e maravigliato perché, per come e per quanto lo leggo, Marx mi rende partecipe di una "nuova" forma di conoscenza che, sinora, non avevo incontrato.
E ti ringrazio qui ancora una volta, cara Olympe, della tua mediazione.
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