lunedì 21 aprile 2014

Per il bimbo che è il pubblico

«Per gli statisti moderni è metodo corrente dire tutte le sciocchezze che il pubblico vuole e metterne in pratica tante da giustificare quello che hanno detto, nella fiducia che quelle sciocchezze, tradotte in pratica, si manifestino per quello che sono, fornendo così l'occasione per ritornare alla saggezza: è il sistema Montessori per il bimbo che è il pubblico. Chi contraddicesse il bimbo dovrebbe lasciare subito il posto ad altri pedagoghi. Elogiare, quindi, la bellezza del fuoco che il bimbo vuole toccare, la musica del giocattolo che va in frantumi; sollecitare, anzi, il bambino a cimentarsi. Ma vigilare, premurosi, in attesa del momento giusto per trarlo dal pericolo, mentre da euforico si fa attento: così devono comportarsi i saggi e benevoli salvatori della società.
[…]
In tutti i casi, il singolo cittadino non ha lo stesso obbligo di un ministro in carica di sacrificare la verità al bene pubblico. Al singolo è concessa la soddisfazione di parlare e di scrivere liberamente. Il che può anche perfino portare un contributo alla congerie di cose che la magia degli statisti riesce ad armonizzare, in modo così meraviglioso, per il nostro bene ultimo.»
John Maynard Keynes, “Il mutamento dell'opinione pubblica” (1921), in Esortazioni e profezie, Il Saggiatore, Milano 1968.


Ho il sospetto che Keynes, meglio di Nostradamus, prefigurasse Matteo Renzi. Ma anche Mario Seminerio, un singolo al quale «è concessa la soddisfazione di parlare e di scrivere liberamente»*.

*Tuttavia, la critica phastidiosa, pur acuta e preziosa, resta una critica che non lede i principi cardine del sistema economico e produttivo dominante e del correlato politico che lo serve più o meno secondo necessità. In pratica, anche qualora i suggerimenti, gli accorgimenti di Seminerio - e altri economisti di calibro come lui - venissero accolti e recepiti in toto dal governo, i mali del capitalismo resterebbero tali.

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