«Il
pensiero non coincide immediatamente con l'espressione verbale. Il
pensiero non si compone di parole isolate, come il linguaggio. Se
voglio rendere il pensiero che oggi ho visto un bambino con una
camicetta blu correre a piedi nudi per la strada, non vedo
separatamente il bambino, separatamente la camicetta, non vedo
separatamente che questa è blu, separatamente che è senza scarpe,
separatamente che egli corre. Vedrò tutto questo insieme in un solo
atto di pensiero, ma lo decompongo nel pensiero in parole separate.
Il pensiero rappresenta sempre un tutto, assai più grande in
estensione e volume della parola separata. Un oratore spesso sviluppa
un solo pensiero per parecchi minuti. Questo pensiero è come un
tutto nella sua mente e non compare affatto progressivamente, in
unità separate, come si sviluppa nel linguaggio. Ciò che nel
pensiero esiste simultaneamente, nel linguaggio si sviluppa
successivamente. Il pensiero potrebbe essere paragonato ad una nuvola
incombente che rovescia una pioggia di parole. Perciò il processo di
passaggio dal pensiero al linguaggio è un processo estremamente
complesso di decomposizione del pensiero e della sua ricostituzione
in parole. Proprio perché il pensiero non coincide non solo con le
parole, ma anche con i significati delle parole in cui esso si
esprime, la via del pensiero alla parola passa attraverso il
significato. Nel vostro discorso c'è sempre un pensiero retrostante,
un sottotesto celato. Poiché il passaggio diretto dal pensiero alla
parola è impossibile, ma richiede sempre l'interposizione della
parola e ci si lamenta della incapacità di espressione del
pensiero.»
Lev
S. Vygotskij, Pensiero e linguaggio, Mosca-Leningrado
1934, Roma-Bari 1990, a cura di Luciano Mecacci (pag. 390 edizione
2003).
Oggi pomeriggio ho visto una donna con dei jeans attillati, stinti nei punti giusti, camminare coi tacchi tra gli scaffali della coop e io, che ero dietro, le ho guardato insistentemente il didietro, che non era bello, però era bello, nel senso che esso rifletteva il mio desiderio di toccarlo.
Certo, con Vygotskij, posso affermare che non vedevo separatamente donna, jeans attillati e scarpe coi tacchi: vedevo solo il culo non bello ma bello della signora, e in esso figgevo il mio sguardo, così come si guarda una nuvola che incombe mentre siamo all'aperto, in una strada senza ripari e senza ombrelli a portata di mano, e inizia piovere. Pioggia, non orina - non fate pensieri retrostanti.
2 commenti:
ammazza come sei vigoroso
ammazza come sei esuberante
ammazza come sei precipitoso.
giovinezza...
Ma no, è tutto in (o im?) potenza.
Posta un commento