I Se e i Ma, eccetera.
Giglioli li elenca tutti con precisione e chiude sostenendo che tale esercizio, forse,
«può servire a ricordarci che in questo fallimento nessuno è innocente e che da questo fallimento ciascuno deve imparare: per quello che verrà dopo Letta, perché un dopo Letta prima o poi arriverà»
Che cosa c'è da imparare? Niente.
Nessuno è innocente, dunque tutti colpevoli.
Io compreso? Forse. Perché? Perché ho votato Partito Democratico.
Ed ecco la sola cosa che ho imparato: col cazzo che gli renderò il voto. Dagli errori s'impara.
Il paradosso è che nel 2008, quando il Pd, con Veltroni alla guida, perse contro Berlusconi, non mi sembrava di aver perso così di brutto. No.
Ma per tornare ai se e ai ma.
La cosa assurda è che tali opzioni, tali scelte sembravano le più razionali, le più possibili, le più auspicabili. Erano lì, a disposizione come ciliegie mature, e niente: sono state fatte marcire sull'albero. Di più: là fuori della segreteria c'erano milioni di elettori che bestemmiavano contro quell'imbelle di Bersani, contro D'Alema, Fioroni, Bindi, Finocchiaro, Gentiloni e compagnia cantante, e loro di coccio, così come contro quel testadura di Grillo che forse non ha ancora compreso che, per aprire la scatola tonno del Parlamento, gli serviva l'apriscatole del Pd.
Insomma, la porcata è stata fatta, guardare avanti.
Mi chiedo solo: nel caso che il guitto Berlusconi si sfili dal governo e reclami nuove elezioni, prima che Napolitano sia costretto a sciogliere le camere, un tentativo di accordo con Grillo per fare due o tre leggi (a partire dal conflitto d'interessi) sarà sempre improponibile?
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