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Ieri pomeriggio, mentre l'igienista dentale mi teneva, con delicata mano, tutta la parte del viso che percorre la mandibola, dal mento fino a sfiorarmi il lobo sinistro, ho pensato per un attimo - un attimo soltanto - a Nicole Minetti, non perché, da vecchio porco, l'avrei voluta lì al posto della mia igienista, no, l'ho pensata solo per confrontare il benessere che mi dava quella carezza di prassi - benessere sul quale mi concentravo per respingere il fastidio della detartarizzazione -, con il benessere che, probabilmente, ricevevano i clienti della Minetti ai tempi in cui svolgeva il mestiere d'igienista dentale.
2.
Stamani visita dal dermatologo della asl per controllo annuale nevi. Tutto bene, c'era sempre la “mia” dermatologa bionda con gli occhi azzurri. Prima di entrare, ho fatto una breve fila allo sportello per pagare il ticket (15€, pensavo di più, anno scorso mi sembra di aver pagato 22, boh, non ricordo). Mentre aspettavo il mio turno, entra una mia diciamo ex quasi fidanzata di quando avevo vent'anni, mi alzo per salutarla sorridendo e lei: «Guarda chi si vede» e mi dà un paio di schiaffi piuttosto forti, aggiungendo «ma te hai fatto un patto con il diavolo che sei sempre uguale?» E io: «E dunque mi rilasceresti ugualmente. Meno male». Se ne va con un sorriso un po' contrariato. E pensare che ne ero, forse, innamorato. Mi ricordo persino che le scrissi un acrostico utilizzando il suo nome e cognome, seguendo il calco montaliano del madrigale privato Da un lago svizzero. Ma lei non capì. Da quel giorno non ho più scritto acrostici, ché i miei, le volpi, le fanno fuggire.
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