« Il diritto di manifestare il proprio pensiero in qualsiasi modo non può trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna correlazione con una critica obiettiva» da una sentenza odierna della Suprema Corte di Cassazione
Concordo. Per mandare affanculo o dire merda a qualcosa o a qualcuno ci vuole una certa obiettività. Il signore settantunenne ha quindi torto marcio, il suo è stato un giudizio affrettato dettato dall'ira del momento.
L'Italia non è un paese di merda. Lo fosse, infatti, sarebbe un paese molto più fertile in tutti i settori economici, dal primario al secondario, dal terziario al quaternario.
- Il quaternario che settore sarebbe, scusa?
- Quello dove ci sono tutti gli avanzi della politica, anche quelli secondari tipo Minzolini; un settore molto avanzato, indubbiamente, vicino alla decomposizione.
- Grazie, riprendi pure il discorso.
Ma c'è poc'altro da dire. Forse, se il settantunenne, precipitoso nel lanciare strali contro la nazione, fosse stato di Firenze gli sarebbe stato più facile dire:
«Italia paese della Juventus», chiedendo venia alla merda.
Più in generale:
«Italia paese di Berlusconi». Ora va meglio, sovviene anche a me cadere sovente in un simile turpiloquio offensivo per il Belpaese.
Alcuni lettori de Il Giornale e di Libero diranno:
«Italia paese in mano ai comunisti», ma sono persone che non sanno leggere la realtà.
Alcuni leghisti:
«Italia paese di sodomiti», però, fuochino, dato che dal canale di Sodoma transita la suddetta sanzionata merda.
Interrompo l'elenco di critica obiettiva e concludo con quello che, molto probabilmente, è il vilipendio più amaro per il nostro amato paese:
«L'Italia è una Repubblica democratica che rispetta la Costituzione che si è data, nella fattispecie agli articoli Uno, Due, Tre e Quattro».
Sono una merda, io.
1 commento:
E, merda, Minzolini l'ho visto ieri sera su la7 assieme a Civati.
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