- Vorrei scrivere due parole al Partito Democratico.
- Prego.
- Vaffanculo.
- Ma non aveva detto due parole?
- Vaffanculo. Ecco la seconda.
- Come mai tanta acredine?
- Perché mi fanno senso.
- In che senso?
- Senso, nel senso di schifo politico.
- Proprio ora che sembrano vincenti?
- Proprio ora che sembrano vincenti.
- Ma vincenti contro chi, e in quale partita?
- Me lo ha detto lei che sembrano vincenti. A me non sembrano.
- Forse non lo sono.
- Non lo sono.
- Ma se non lo sono, perché dunque lei li manda a fare in culo?
- Non mi piacciono i riassunti, sappiamo come sono andate le cose, dal governo Monti sino ad oggi, passando per la riforma Fornero (crepasse, la riforma), le elezioni vinte alla camera per un pelo di ascella depilata (che pur hanno consentito tutta quella maggioranza antidemocratica alla Camera dei deputati dovuta al porcaio calderollum), l'infantilismo di Bersani nel suo mandato esplorativo, la vicenda tragicomica che ha portato all'assurda rielezione di Napolitano, il governo delle larghe intese - tutto ciò mi sembra sufficiente per un vaffanculo.
- D'accordo, ma tutto questo, come anche lei ha testé detto, può essere inglobato in un vaffanculo unico. In altri termini, perché lei lo raddoppia?
- Ha presente la questione Poste italiane che entra nel capitale di Alitalia?
- Sì, è cronaca di ieri e di oggi.
- Ecco, mi sono venuti in mente Roberto e Matteo Colaninno, ed stato facile far decollare un altro vaffanculo, par avion.
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