Ho un giramento di palle impressionante, ma non capisco perché. Le sento frullare, come pale di elicottero: tra un po', temo, prenderò quota. Per andare dove? Non saprei, forse sopra Roma, sopra le vie che attraversano i palazzi del potere. E di lassù orinare, così, come viene viene,
colpire qualcuno di importante, relativamente importante, ivi comprese le guardie per andar di corpo, dentro i loro auricolari del cazzo pieni di cerume.
Mi fanno schifo le cuffiette a supposta che s'infilano dentro le cavità auricolari, passarsele poi, tra umani, piene di magari fosse miele altrui. Sono sempre stato uno schizzinoso, tranne che per i cunnilingus a colei che un tempo amai perdutamente - mi ricordo le faringiti e le raucedini interminabili di quel periodo -; e meno male ella mi lasciò, sennò avrei fatto la fine di Micheal Douglas con qualche miliardo in meno.
Bello questo scrivere qui per rallentare il giramento. Come la centrifuga di una lavatrice a fine corsa, il mio animo si è rappacificato, non fa più rumore o scotimento, è pronto per uscire dal cestello, stendersi e asciugarsi a questo balcone. Vado a prendere le mollette, prima che tiri vento e cada giù.
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