Saltuariamente, mi capita d'inciampare in alcuni scandali del malaffare italico legalizzato e, com'è come non è, per non sbattere il muso in terra, cerco di proteggere la caduta con una fitta rete di pensieri populisti. Oggi ho tessuto questa, sui diritti acquisiti.
In una società liberal-democratica, i diritti acquisiti sono acquisiti una volta per tutte e amen. È il caso delle pensioni, ossia: coloro che hanno maturato la pensione sulla base di determinate normative, devono sicuramente veder garantite e rispettate le condizioni previdenziali che tali normative di legge preconizzavano. Che, invece, nel corso degli anni, alcune generazioni di lavoratori abbiano visto e vedano cambiare in corsa i criteri per ottenere anch'essi la pensione - criteri che avevano sottoscritto al momento in cui hanno iniziato a versare i propri contributi previdenziali - beh, anche questo è un dovere, garantito costituzionalmente, di prenderlo nel didietro di traverso, senz'altro lubrificante che quello delle lacrime della Fornero.
Insomma, i diritti acquisiti sono garantiti costituzionalmente: cioè a dire, anche se il parlamento (ah, ah) legiferasse, ad es., per far diventare tutte le pensioni d'oro delle pensioni d'argento, la Corte Costituzionale direbbe che no, la cosa non si può fare, perché, appunto, i diritti acquisiti sono acquisiti.
Il guaio vero, però, l'assurdità, a mio avviso, è che il diritto di acquisire i diritti acquisiti, invece, non sia parimenti costituzionalmente garantito.
E questa è un'aporia costituzionale bella e buona, dacché da una parte ci sono certuni che devono sottostare alla Legge del Menga, mentre cert'altri, più fortunati (?), che sottostanno alla Legge del Volga e questo, indubbiamente, cozza contro l'articolo 3.
4 commenti:
Chi lo spiega, ai difensori degli oppressi, che stanno difendendo le pensioni di gente come Dini, Amato, Angeletti, Marini, Napolitano, eccetera mettendolo nel culo di Signori Nessuno che dovranno lavorare fino a 94 anni per percepire una pensione che sarà circa il 50% dell'ultima retribuzione? Ora, vanno bene tutti i discorsi sulla responsabilità che ci propinano i difensori degli oppressi, che mi fa schifo pure nominare. Guadagno circa 1200 euro al mese e andrò in pensione con il contributivo, non è difficile calcolare la mia pensione. Quando ravanerò nei secchioni, vecchio e povero, subendo la competizione di zingari più prestanti di me saprò dove cazzo possono ficcarseli i privilegi acquisiti.
E io sarò anche qualunquista, ma questo è un paese di parassiti senza vergogna.
Sono degli imperdonabili stronzi Giovanni, ecco tutto.
Ecco tutto una bella sega, se mi consenti caro Lucas.
Qui non si tratta di perdonare o non perdonare stronzi, di manfrine lobbistiche o di bizantinismi da Alta Corte, qui si tratta di dar da mangiare merda ai propri figli, tutti, per continuare a servire filetto in crosta a qualche nonno, già più che obeso oltretutto.
Un comportamento del genere, costituzione o non costituzione, diritti acquisiti, usurpati o sottratti con destrezza che siano, non è semplicemente accettabile.
E non solo perchè profondamente iniquo, ma soprattutto perchè assolutamente innaturale.
Una società che arriva a sacrificare i propri figli per darne le carni ai padri, su qualsiasi altare di qualsiasi feticcio scelga di farlo, è una società irrimediabilmente degenerata, che merita solo d'esser spazzata via senza rimorsi.
Ecco, questo è davvero tutto.
E scusa lo sfogo....
caro MST, innanzitutto benvenuto.
Riguardo al tuo sfogo: io sono in parte d'accordo con te (per intenderci: pienamente sulla rabbia che provocano certe iniquità, poco sul fatto che tali fenomeni siano "innaturali", soprattutto in Italia che si fonda sulla naturalità dei privilegi). E poi: nel post io cercavo soltanto di tessermi una rete di trattenimento per non bestemmiare contro certa gente e, allo stesso tempo, per trovare delle fantasiose soluzioni costituzionali.
Infine: auspico anch'io la "ripulitura" senza rimorsi, con una paura, però: che gli stronzi più grossi restino a galla.
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