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Alcune settimane fa avevo
iniziato un romanzo. Non so se ve ne ricordate. Io no. Ma la storia
andava avanti così. E proseguiva.
A un certo punto entrò
in scena un Signore di una certa età. E tre figli. Gay. Il Signore
non era contento e glielo aveva anche detto ai figli che non era
contento. I figli gliela menarono col libero arbitrio. Al Signore
toccò tacere, ma non era punto contento. Anzi: era preoccupato,
molto, per la sua discendenza. Infatti, egli era un Signore ricco e
possidente e gli sarebbe piaciuto fondare una dinastia della quale
lui era capostipite. Capostipite perché non aveva genitori, era un
trovatello. Ma i tre i figli gay – un maschio, una femmina e uno
metà e metà – se ne infischiavano delle sue idee fondative e, al
momento, non avevano alcuna intenzione di procreare. La
genitorialità... la che?... la genitorialità lo
spaventava, non la
interessava, se la inculava
(si capisce dai pronomi a chi e che cosa?).
Il
Signore era deluso, non sapeva a che cristi risolversi. Cristo:
Eureka. Chiamò allora l'arcangelo Gabriele e disse di cercargli una
giovane donna galilea.
Gabriele, che era un tipo scafato, domandò rispettosamente al
Signore se egli avesse intenzione di avere un altro figlio fuori del
matrimonio. Il Signore rispose: «Fatti i cazzi tuoi». E così
Gabriele andò e annunciò la buona novella. Più o meno sappiamo
tutti come si è svolta. Ma la delusione più grande non è stata
raccontata. Ci penso io. Andò così, a un certo punto.
Il Signore, appena visto l'andazzo di questo nuovo figliolo alternativo – il quale, come raccontano dei testimoni non oculari, stette zitto e cheto una trentina d'anni, praticamente chiuso in casa, e poi, improvvisa, gli prese la smania di diventare re dei Giudei, proclamandosi, udite udite, figlio di Dio (gli altri tre figli gay, almeno, non andavano a dirlo in giro) senza invece mai pensare a trovarsi una compagna e crearsi una famiglia come si deve – il Signore, dicevo, si scurì in volto (che è una similitudine per evitare di dire che s'incazzò di brutto, tanto che partecipò attivamente al complotto del Sinedrio per rivalsa contro l'unico figlio eterosessuale che invece di sposarsi una fanciulla tranquilla della Terrasanta, andò a complicarsi la vita con la predicazione di un mondo nuovo).
A
un certo punto, il Signore si stancò e decise di ritirarsi, di
nascondersi al mondo. Nessuno, per secoli, nonostante in molti lo
invocassero, ebbe modo di vederlo e di entrare in contatto con lui.
Si seppe qualcosa a fine Ottocento, quando un filosofo tedesco coi
baffi, che alternava lampi di genialità a fulmini di
rincoglionimento, ne proclamò la morte per liquidare definitivamente
la questione. Invano.
- Come si chiamava il Signore?
- Ivano.
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