Ferdinand Hodler, Aufgehen im All |
Oggi è piovuto una volta sola.
Mentre accadeva, ho pensato che era meglio m'ignudassi e mi disponessi nel prato, tanto ero solo, a parte il cane e quello stronzo di pavone che mi riga la macchina nera perché si specchia e litiga con se stesso, ho comprato una fionda ma non posso tentare di colpirlo mentre è vicino alla macchina e se lo allontano e carico la fionda con un sasso, niente da fare, ho una mira da dilettante, il pavone sente un sibilo vicino alle piume e prende la corsa e vaffanculo lui e il suo paupulare del cazzo.
Ma dicevo di me, della pioggia, della mia voglia di ignudarmi: ho pensato, dato che non era freddo, ok, ma nemmeno caldo: sarà meglio m'ignudi in casa, è più comodo, meno traumatico per il vicinato, e a proposito, piccolo flashback:
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Ero bambino, si giocava in piazza anni settanta in una piazza vecchia con nessuna auto a rompere le palle quindi si poteva giocare tra il muro di un palazzo sette-ottocentesco e un obbrobrio da palazzinari anni cinquanta, un portone di legno massello e una saracinesca color ruggine.
Era estate e, a una finestra antistante, un giorno un signore che più o meno aveva la mia età di adesso anzi no, era più giovane, un signore che da qualche tempo aveva preso l'abitudine di girare per il borgo paesano in costume da bagno, un signore che fumava tre pacchetti di esportazione al giorno, senza filtro, bene, un signore che oggi si direbbe depresso, all'epoca si diceva esaurito, male, questo signore un giorno a mezzogiorno l'una, quando noi ragazzini smettevamo di giocare a calcio per andare a pranzo, decise di buttarsi a testa in giù dal suo terzo piano, ignudo, e morire spiattellato sull'asfalto.
Quel pomeriggio, mi ricordo il caldo, una guardia comunale ci disse che non potevamo giocare nella piazza, e da lontano si vedeva sotto quella finestra un capannello di persone, tra le cui gambe storte noi bambini scorgevamo della segatura che aveva preso il color del sangue, lo stesso colore con il quale le donne della piazza, su ordine del prete, di lì a pochi giorni, tinsero altra segatura per abbellire la strada per il corpus domini e far costare meno l'infiorata.
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E dunque non mi sono ignudato, ovvero sì, ma semplicemente per farmi una doccia e invece di deprimermi per questo tempo umido di merda, mi sono dedicato a una personalissima comunicazione con l'infinito - e mi è diventato duro, duro per un po'.
3 commenti:
seguiamo con trepidazione i tuoi spogliarelli
ma tu non hai un'auto rossa?
Una rossa e una nera, con tutte le implicazioni stendhaliane del caso.
ok, ho colto, caro ... julian
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