«Almost anybody can learn to think or believe or know, but not a single human being can be taught to feel. Why? Because whenever you think or you believe or you know, you're a lot of other people: but the moment you feel, you're nobody-but-yourself.» e.e. cummings
Già. Anche se a volte, raramente, capita di sentire se stessi con un altro, uno solo, ché tre è già una moltitudine. Uno (leggasi qui: una) uguale due occhi due mani e una voce, una voce che ad ascoltarla ti racconta qualcosa del tuo passato anche se non lo hai vissuto, qualcosa del suo futuro, anche se lo conosci già. Ogni tanto, insomma, succede di sentire in maniera partecipata, come a tenere un orecchio appoggiato al petto dell'altro per ascoltare se stessi, il proprio cuore che si muove, ma è chiaramente il cuore dell'altro che accoglie la voce che, dentro se stessi, fa eco e produce un riverbero che si diffonde e accompagna la notte. E si riposa con un mezzo sorriso e i lobi degli orecchi accordati con Alfa Centauri. E si ritrova la luce nel sonno, una carezza nel buio, nel momento in cui tu senti soltanto te stesso.
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