Lungomare: quattro panchine di granito separate a due a due da un piccolo pino silvestre. Quattro tedeschi, due donne e due uomini, pensionati a giudicare dall'età, sdraiati, semi addormentati, a godersi un sole velato da nuvole rosa. Le signore indossano due magliette aderenti senza maniche, una gialla e l'altra bianca a righe blu orizzontali. Il loro collo e la parte visibile del petto sono arrossati.
Improvvisa una voglia: sdraiarmi sopra una di loro, con riguardo, veloce, supino, per non incorrere in equivoci maniaci. Mi guardo intorno: poca gente che passa distratta, perlopiù anziani. Persino gli ausiliari al parcheggio sono pensionati, camicetta e berretto blu, camminano costeggiando la linea che separa ombra e sole sull'asfalto.
Mi accosto alla signora con la maglietta a righe, sembra quella più assopita. Veloce mi tolgo le scarpe e sulla signora delicatamente mi corico adagiando, piano, la nuca sul suo petto. Niente. Non succede niente. Anzi: la signora sotto di me piega leggermente la testa verso un cono d'ombra, fa uno sbuffo e inizia a russare. Dio come sono leggero. Sto meno sullo stomaco io di un panino col prosciutto.
Gli altri signori non si accorgono di nulla e continuano a dormire. La signora materasso intanto ha avviato il suo concerto in si bemolle maggiore. Io sto bene e sarei anche tentato di spogliarmi per prendere un po' di sole, ma temo che questo possa far insospettire gli ausiliari.
Passa un gruppo di turisti orientali e alcuni di loro, nonostante la loro guida tiri dritto verso il castello, si fermano a fotografare la situazione. Gli sorrido e, astutamente, mi tolgo il berretto che adagio - come un contenitore - sul selciato. Fioccano fogli da 5 e 10 euro. Appena vedo che sono 80, mi alzo dalla signora, sempre avendo cura di non svegliarla, e vado a telefonare all'Ansa.
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