sabato 24 gennaio 2009

Il Dio della comunicazione

Dopo l'accordo fatto con Google, Papa Benedetto XVI ha scritto un messaggio dal titolo:

«Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia.»

Consiglio di leggere tale messaggio, anche perché contiene innegabilmente degli aspetti positivi. Io qui mi limito ad analizzare alcuni passaggi:

«Quando sentiamo il bisogno di avvicinarci ad altre persone, quando vogliamo conoscerle meglio e farci conoscere, stiamo rispondendo alla chiamata di Dio...»

Non sarà ch'Egli chiami quando ho il cellulare spento?

«...– una chiamata che è impressa nella nostra natura di esseri creati a immagine e somiglianza di Dio...»

Ora, se Dio ci ha creato e poi ci consente queste cose, Egli è proprio brutto.

... il Dio della comunicazione e della comunione.

Che la Santa Sede stia preparandosi a lanciare un'Opa su Telecom?

«Il desiderio di connessione e l’istinto di comunicazione, che sono così scontati nella cultura contemporanea, non sono in verità che manifestazioni moderne della fondamentale e costante propensione degli esseri umani ad andare oltre se stessi per entrare in rapporto con gli altri...»

Tra queste manifestazioni vanno inserite anche conquistare, razziare, violentare, torturare?

«... In realtà, quando ci apriamo agli altri, noi portiamo a compimento i nostri bisogni più profondi e diventiamo più pienamente umani
. Amare è, infatti, ciò per cui siamo stati progettati dal Creatore...»

Dio progettista? Io credo che come progettista Dio non avrebbe superato nemmeno la prova di maturità all'Istituto Tecnico Geometri.

«Naturalmente, non parlo di passeggere, superficiali relazioni; parlo del vero amore, che costituisce il centro dell’insegnamento morale di Gesù: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza" e "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (cfr
Mc 12,30-31).»

Ora, io sarò anche un diavolaccio, ma penso che non si possa, salvo che tra correligionari, amare Dio e amare il prossimo nelle maniere sovra esposte, dacché se il tuo Dio non è il mio Dio tenderò sempre a convertirti, quindi a non amarti.

«Il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Occorre non lasciarsi ingannare da quanti cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità.»


O bravo Benedetto, una volta tanto son d'accordo.

«Vorrei concludere questo messaggio rivolgendomi, in particolare, ai giovani cattolici, per esortarli a portare nel mondo digitale la testimonianza della loro fede. Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita! Nei primi tempi della Chiesa, gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo. A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito della evangelizzazione di questo "continente digitale". Sappiate farvi carico con entusiasmo dell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei! Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la "buona novella" di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità. Il cuore umano anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità e dove l’identità di ciascuno sia realizzata in una comunione rispettosa. A queste attese la fede può dare risposta: siatene gli araldi! Il Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua benedizione».

Non c'è niente da fare: per diffondere memi son maestri. Duemila anni non si "schiodano" facilmente. Comunque, cari araldi, il Papa par che vi dica: "andate avanti voi giovini, che io non ho tanta voglia di farmi le seghe (mentali e non) davanti a questi schermi a cristalli liquidi.

1 commento:

IL LAICISTA ha detto...

Ha per caso detto chi pagherà tutto questo?
Non so perché, ma credo di saperlo...